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Si chiama Mnemiopsis leidyi ed è originaria dell’Atlantico americano, ma è più conosciuta come “Noce di Mare”. È una nuova abitante del Tirreno e più in particolare è stata avvistata in grosse quantità lungo il Litorale Domitio (zona Le Vagnole sia verso Mondragone che Baia Domitia).
Ovviamente il suo essere trasparente, di sembianze gelatinose a tratti translucente ha allarmato non poco i bagnanti nel crederle delle piccole meduse (mediamente grandi tra 7-12 cm ma in realtà avvistate di dimensione molto inferiori). In realtà la noce di mare non è urticante per l’uomo (qualche improvvido turista polacco l’ha presa tranquillamente tra le mani, mentre i bagnanti locali si passavano la voce avvisando soprattutto per i bambini, vista la presenza a riva).
In realtà la noce di mare, seppur innocua, è classificata tra le 100 specie invasive più dannose per l’ecosistema: la Mnemiopsis è ghiotta di zooplacton. Non solo; il suo essere ermafrodita, ovvero capace di auto-fecondarsi tra le specie più prolifiche.
Con il commercio marittimo, forse proprio attraverso acque di zavorra delle navi cisterna fu introdotta prima nel Mar Nero, poi nel Baltico e infine nel Caspio.
In Italia, versante Adriatico è stata avvistata una prima volta nel 2005 ma la vera esplosione avvenne nel 2017, destando la preoccupazione sia dell’Arpa Emiliano che Veneto.
“Il principale impatto di questi organismi – ebbe modo di spiegare spiega Paola Del Negro, direttrice della sezione di Oceanografia dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – riguarda la loro capacità di competere per l’alimento (zooplancton) con le specie ittiche planctivore di interesse commerciale (acciughe e sardine in primis) e simultaneamente predare i primi stadi di sviluppo (uova e larve) di questi pesci, nonché le larve di molluschi bivalvi (come vongole e mitili)”.
Nel Mar Tirreno quello di queste settimane è il primo avvistamento. L’Arpac, malgrado abbia fatto campionamenti delle acque a seguito degli allarmi dei mesi scorsi sia sul colore delle acque che sull’inquinamento dovuto al malfunzionamento dei depuratori, finora non ha dato notizie.
Certo la presenza della noce di mare addirittura fino a riva attesta che il Litorale Domitio è ricco di zooplacton e questo significa che è vivo, tanto è vero che oltre alla limpidezza delle acque sono tornati i pesciolini fino a riva, sono stati avvistati delfini dai lidi mondragonesi. Ora però l’Arpac dovrebbe studiare e monitorare la cosa per evitare che l’ecosistema marino Domitio, già pesantemente colpito da altri fattori, non finisca soccombere alla Mnemiopsis leidyi.

Redazione On Line