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MADDALONI- Un tema scottante. Al di là della vicenda personale e professionale della DS Maria Pirozzi, si sono accesi i riflettori sul Convitto nazionale “Giordano Bruno” e sulla gestione commissariale nonchè del CdA da troppi anni senza membri di nomina comunale. Sulle prospettive della più antica scuola della provincia di Caserta abbiamo sentito il sindaco Andrea De Filippo.

Il Convitto è finito nell’occhio del ciclone, ma anche il Comune negli ultimi anni ha brillato per assenza…

Allora sulla vicenda in corso non mi esprimo. Sono stati avviati provvedimenti da parte dell’Ufficio scolastico provinciale; c’è un ricorso al Giudice del Lavoro. Pertanto, nulla si può dire su un contenzioso approdato nelle sedi competenti.

Ma sulla poltrona vuota del comune nel CdA?

Ecco su questo posso dire che c’è un vuoto ereditato dal passato e che, in maniera prospettica, va colmato. Qualcuno ha detto che gli assenti hanno sempre torto. Pertanto, il comune (assente nel CdA) ha torto. Va recuperato questo ennesimo ritardo amministrativo che spero non abbia nociuto alla gestione di quella scuola.

Chi sarà, in prospettiva, il rappresentante del Comune?

Sarà il sindaco pro tempore ad occupare questa posizione di responsabilità. Ma sia chiaro le due vicende non sono sovrapponibili.

Intanto, a chiusura del corrente anno, la rettrice-dirigente del Convitto, Maria Pirozzi, come prescrive la norma, ha relazionato al Consiglio di Amministrazione sui risultati del servizio reso alla prestigiosa istituzione maddalonese. Ha relazionato non solo su quest’anno, ma sui tre anni che ha guidato il Convitto Nazionale. Con quali risultati? Ha ereditato una cospicua somma di debiti, la cui tracciabilità è diventata un mistero, perché come scrive non ci sono atti contabili approvati. La dirigente ha messo nero su bianco spiegano che è andata avanti per la sua strada, cercando di mettere ordine nel disordine. Inizia l’anno scolastico e la vita continua. Intanto, non sono bastate le testimonianze di vicinanza, la denuncia in Parlamento e gli atti, che devono essere ancora prodotti dal Miur per stabilire la verità. Perché tanto silenzio e nessuna revoca del provvedimento? Così si rischia di perdere solo tempo e di facilitare il compito di quanti si sono adoperati per rimuovere la rettrice Pirozzi. Con un Consiglio comunale aperto, si chiarirebbero tante cose e si acquisirebbero atti e documenti necessari per affermare la chiarezza e la giustizia.

Andrea De Filippo
Redazione