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MADDALONI- E’ un tabù per i consiglieri comunali, per i consiglieri provinciali (uscenti e aspiranti) e soprattutto per i consiglieri regionali (vicini e lontani, di nuova e di vecchia nomina). Prima che la stagione delle piogge o il solito acquazzone mandi sotto mezzo metro di acque nere via Cancello e dintorni, si muove il Comitato Abc e l’on. Antonio Del Monaco (M5S). E’ proprio vero: i problemi sono proprietà esclusiva solo di chi li vive e li subisce. Gli altri al massimo possono dare una pacca sulla spalla, un conforto oppure fare le solite promesse inutili (nella migliore delle situazioni). E ieri, per vederci, chiaro c’è stato un incontro con Luca Mascolo presidente dell’Ente idrico campano (Eic) che, su via Cancello e le problematiche dell’ex Collettore Casmez, ha incontrato Fabrizio Crisci, presidente del comitato Abc, e l’on. Antonio Del Monaco.

Luca Mascolo con l’on. Antonio Del Monaco e Fabrizio Crisci

Fabrizio Crisci, dopo la riunione della scorsa primavera in Regione, come mai avete voluto questo incontro chiarificatore?

Diciamo che se Maometto non va alla montagna è la montagna che va da Maometto. E’ finito il tempo delle mediazioni, dell’intervento e delle rassicurazioni dei soliti referenti di Cellole e Santa Maria a Vico, di Teano e Sessa Aurunca. Tra interrogazioni parlamentari, interrogazioni in consiglio regionale, tavoli nelle commissioni regionali, tavoli con i sindaci si è prodotta una mole gigantesca di parole, promesse, carte, chiacchiere, tantissime chiacchiere. Anni e anni persi. Ma nessun risultato. Siamo arrabbiati: basta con le fandonie e con le chiacchiere. Per questo abbiamo incontrato di persona i massimi dirigenti competenti del settore.

E’ molto duro. Ma qualcosa comunque si è tentato di fare…

Allora, mettiamo le cose in chiaro e inquadriamo la situazione. Siamo al cospetto di un problema di Protezione Civile, un disastro ambientale conclamato, un intero pezzo di territorio viene allagato da acque di fogna e convive con il fetore pungente degli escrementi. In quale parte del mondo, si tollererebbe una situazione del genere? Qui, non servono i tentativi, il politicamente corretto, i buoni propositi, Servono soluzioni. Diversamente, invito gli scettici, i benpensanti, gli aspiranti statisti contornati dal codazzo delle nuove reclute della politica a vivere e convivere con gli allagamenti fognari E poi vedremo l’effetto che fa.

Andiamo oltre le polemiche e le recriminazioni, cosa vi siete detti con il presidente Mascolo?

Abbiamo avuto la prova provata, al netto di anni di promesse, che il percorso verso la messa in sicurezza è tutta da costruire.

Cioè?

Che c’è ben poco di quello che è stato detto e scritto negli anni scorsi. Sul concreto, entro 48 ore, l’ente idrico campano renderà noto quali sono le risorse finanziarie realmente a disposizione per intervenire sulle strutture che causano le esondazioni.

A quanto ammontano?

Potrebbero essere al massimo due milioni e mezzo di euro, sempre che non siano stati stornati. Questo permetterà dare consistenza al piano d’ambito e alla pianificazione di un intervento reale e non solo promesso.

Insomma, è tutto da pianificare?

Purtroppo si. Non ci sono soluzioni a portata di mano. E, forse nemmeno risorse immediate. A dispetto delle facili promesso c’è tanto da aspettare. Ma almeno avremo la contezza di cosa si può fare e quali sono le risorse reali. Altro che 50 milioni di euro di De Luca e gli otto milioni di Euro di Trenitalia.

Non esiste nessun intervento per mitigare almeno le inondazioni?

Si stanno passando in rassegna anche gli interventi prioritari, pianificati e mai realizzati. Insomma, una sorta di irregimentazione delle immissioni a monte in attesa di adeguare i recapiti a valle.

Un bilancio di questo primo incontro?

Almeno, abbiamo fermato l’alluvione di chiacchiere e promesse farlocche. Adesso, si passa alle cose concerete: censimento delle risorse finanziarie reali, delle competenze, verifiche sulla regolamentazione degli «scarichi del collettore 3/218, emissario del comune di Santa Maria a Vico e della Valle Caudina» e del «collettore a servizio dei comuni di Santa Maria a Vico, Cervino e San Felice a Cancello» (progetto 11579). E’ solo l’inizio di un percorso che vogliamo portare fino alle estreme conseguenze.

Redazione