00 3 min 4 anni

Riceviamo e pubblichiamo

La decisione è stata adottata dal magistrato del Tribunale di Sorveglianza, Cristina Ferrari. Ad avanzare la richiesta era stato l’avvocato di Cutolo, Gaetano Aufiero, che aveva fatto istanza martedì scorso affinché il suo assistitopotesse scontare la pena con l’applicazione provvisoria della detenzione domiciliare.

Raffaele Cutolo, pluriergastolano, fondatore della Nco, Nuova camorra organizzata, figura emblematica della criminalità tra gli anni Settanta e Ottanta, grande manipolatore, da 42 anni detenuto e ristretto al 41 bis di Parma,non uscirà di prigione. Il suo legale aveva sostenuto nell’istanza che le condizioni di salute del boss e la sua età, 79 anni, rappresentavano due criteri oggettivi e contenuti nella circolare del Dap inviata alle strutture penitenziarie al fine di monitorare le condizioni dei detenuti con patologie gravi e di età superiore ai 70 anni. Già qualche mese fa, prima del lockdown, Cutolo era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale di Parma in seguito a una crisi respiratoria acuta.

Oggi la risposta del magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia è però negativa. 

L’avvocato del boss non si arrende e ora attende l’esito della decisione del tribunale di sorveglianza di Bolognaribadendo che Cutolo soffre di patologie gravissime, incompatibili con il sistema carcerario. Il magistrato Cristina Ferrari, acquisite tutte le informazioni sulle condizioni di salute di Cutolo dal carcere, ha confermato le patologie serissime ma ha altresì assicurato che può essere curato in carcere.Dall’ordinanza infatti si evince chiaramente che vi è una situazione detentiva rispettosa della dignitàpersonale e si precisa che nel carcere di Parma il paziente può contare su presenza e monitoraggio costante degli operatori sanitari, e che al verificarsi di eventuale repentino aggravamento è possibile ricorrere al ricovero esterno, come già accaduto.

Nel negare il beneficio, però, il magistrato ha anche considerato un dettaglio importante: Cutolo rifiuta terapie e accertamenti, contribuendo pertanto a creare una situazione di sofferenza e maggior rischio autoprodotto. Questoatteggiamento giustifica il rigetto dell’istanza di differimento pena.Perché chiedere i domiciliari per questioni di salute se di quella stessa salute l’interessato sembra non averne cura?

Raffaele Cutoloresta dunque in prigione; non si aggiunge alla lista dei boss mafiosi scarcerati per via dell’emergenza coronavirus, come Francesco Bonura o Pasquale Zagaria. A tale proposito mi preme ricordare che il Governo, ormai sotto accusa da settimane in merito a tale delicata questione, ha sancito due decreti in 4 giorni proprio per rivedere alcuni di questi casi: per personaggi del genere non esiste sconto di pena o beneficio che tenga; i loro giorni, se così è stabilito, finiranno nelle patrie galere.

Redazione