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MADDALONI- Si resta sulle barricate. Circa 50 edili vanno verso il licenziamento. sono stati collocati nel limbo delle rescissioni progressive di contratto. Sono appesi al filo di un ipotetico passaggio di cantiere e quindi all’avvicendamento tra imprese tutto da verificare. Ci sono solo tre amare certezze: l’ «A.b.s. ing», una delle imprese contrattualizzate dal Consorzio Cft, lascia. Secondo, per logica conseguenza, arrivano i licenziamenti progressivi così modulati: «Rescissioni contrattuali in funzione delle esigenze tecnico-produttive, poi per anzianità di servizio e infine tenendo conto dei carichi familiari». Insomma, si va a casa. Terza e ultima certezza è che ci sarà il pagamento delle spettanze di luglio entro giovedì 27 agosto. In caso di inadempienza, subentrerà (secondo le garanzie del contratto nazionale di lavoro, il Consorzio Cft. E poi ci sarebbe pure una quarta certezza: è cominciata la battaglia per la difesa dei livelli occupazionali. Restiamo nell’ambito delle certezze: se è scontato che i lavori proseguiranno non è altrettanto scontato che tutto il personale sarà riassorbito e nemmeno sono chiare le eventuali modalità di transizione. In questo clima, tutt’altro che facile, da oggi è cominciato lo stato di agitazione e anche il presidio del personale. E’solo una tregua armata. Risolta un’urgenza resta aperto il problema del riordino dei rapporti contrattuali tutti tra la totalità delle aziende subappaltanti e i lavoratori, al di là dei singoli profili professionali. Infatti, i sindacati confederali hanno chiesto un «vertice dedicato al riordino e pianificazione dei rapporti contrattuali». Insomma, chiarezza nei trattamenti economici, professionali e soprattutto sulla continuità occupazionale. E’ cominciata una partita fondamentale e decisiva per il territorio.

Redazione