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on. Antonio Del Monaco

MADDALONI- (di Antonio Del Monaco*) Illustre Signor Ministro, Illustre Signor Prefetto,
mi faccio portavoce di una situazione di grave malcontento certamente nota a tutti Voi.
Il Comune di Arzano si trova in una condizione estremamente difficile: da quando è stato disposto il lockdown, i cittadini hanno avuto la netta percezione di essere stati abbandonati dalle autorità territoriali e
nazionali. Ad Arzano, zona rossa, si vive nel paradosso: non ci sono controlli, e dunque la macchia del contagio rischia seriamente di espandersi. Attualmente, nella città, sono stati tracciati 300 positivi, fortunatamente in gran parte asintomatici: perché dunque creare una condizione di emergenza come quella di mesi fa scelta per Codogno in Lombardia? Perché non agire per tempo e diversamente?
Il virus c’è, è innegabile, ma è pur vero che il tempo per organizzarsi per una probabile seconda ondata in autunno non è mancato. Eppure, ora tutta la Campania rischia il collasso. Com’è possibile?
Mancano le strutture adeguate, manca il personale medico, i fondi per la Sanità Pubblica sono esauriti. Arriviamo quindi al punto dolente, che sta mettendo letteralmente in ginocchio l’intera cittadinanza, abbandonata a sé stessa: è giusto dover sborsare centinaia di euro per sottoporsi a tamponi, test sierologici, analisi? Gli ospedali di Napoli (di tutta la Regione, per essere precisi) hanno sospeso esami diagnostici e prenotazioni, ma optando per l’intramoenia, a costi ovviamente assurdi, il cittadino può ottenere quanto richiesto. Le ASL non sanno che fare, cosi come i medici di base, molti dei quali, ammalati, non sono stati sostituiti. Chi si occupa dunque dei pazienti in attesa di cure? Nell’indifferenza totale, la popolazione sta pagando a
caro prezzo gli errori di chi avrebbe dovuto evitare tutto questo.
Il settore privato è l’unico a beneficiare dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, un settore che sta pericolosamente allargando sempre di più il suo raggio di azione e che, anziché trovare muri, ostacoli e dinieghi, è coadiuvato dai vertici regionali e nazionali. Non credo sia questo il modo più giusto per aiutare una popolazione in difficoltà, già duramente colpita
dal danno economico che il Covid-19 ha comportato. Aver firmato l’ordinanza n.82 che prevede il divieto di mobilità (non derogabile per motivi di lavoro) non farà che aumentare il malcontento: i commercianti
sono alla fame, mentre ad appena 2 km di distanza tutto è nella norma.
Arzano è una piccola realtà e non c’è pericolo di forte assembramento, perché non c’è movida, non ci sono locali per i giovani; le strade la sera sono deserte, a differenza dei paesi limitrofi come Frattamaggiore o Casoria. Arzano non può essere il capro espiatorio dell’incapacità nel gestire un problema che, ricordiamolo, è nazionale e non va scorporato dal contesto creando disuguaglianze tra i cittadini italiani. Chiedo pertanto a Voi tutti di intervenire per trovare un rimedio a quanto sta accadendo nel Comune di Arzano, maggiormente colpito dal contagio e fortemente messo in difficoltà da dinamiche ben lontane dalla risoluzione del problema.
Ringraziando per la cortese attenzione e la disponibilità, porgo distinti saluti.

  • Deputato del Movimento Cinque Stelle
Redazione