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MADDALONI- La questione del futuro del Villaggio dei Ragazzi esce dalle aule del Tribunale per entrare in quelle parlamentari o ministeriali. E’ questa in sintesi la sorprendente svolta che potrebbe avere la lunghissima gestione del concordato preventivo. Ieri mattina in Tribunale, il commissario straordinario del Villaggio Felicio De Luca che ha chiesto almeno altri tre mesi di rinvio del voto dell’«udienza dei creditori». Una sospensione che ha raccolto l’opposizione del commissario giudiziale Roberto Tizzano, dei legali di tutti i piccoli creditori e della Curia vescovile. In attesa della decisione collegiale del Tribunale (per la concessione della sospensione) si apre uno scenario inatteso, inaspettato, impensabile. Si rischia addirittura di fare dottrina, applicando nuovi orientamenti giurisprudenziali e inaugurando nuove norme.

Il colloquio anche con la ministra Cantalfo

Si confida sull’entrata in vigore del nuovo «Codice della crisi d’impresa», le cui modifiche alla legge fallimentare sono state posticipate a causa dell’emergenza covid-19. Dopo un confronto con il presidente nazionale dell’Inps Pasquale Trittico, è stato annunciato un colloquio con la ministra del lavoro Nunzia Cantalfo. L’obiettivo sarebbe approdare alle procedure per la crisi di impresa libereranno l’Inps dagli attuali paletti sull’offerta concordataria. In concreto, stando alla normativa vigente, il concordato preventivo non è ammissibile. Con le nuove norme invece si. E poichè manca la “chiarezza normativa” il commissario De Luca ha chiesto un rinvio. Insomma, in un solo colpo potrebbe cambiare lo scenario e arriverebbe la svolta dopo 5 anni di commissariamento e tre anni di udienze in Tribunale. Insomma, più che discutere di procedure fallimentari si facendo giurisprudenza.

Gli schieramenti in campo

Gli schieramenti in campo sono chiari: i creditori e la Curia Vescovile stanno con il commissario giudiziale. La Regione Campania spinge per decisioni certe e mette sul piatto altri 2,5 milioni di euro (in aggiunta i tre annuali correnti) a sostegno del concordato. Poi ci sono l’Inps e Agenzia delle Entrare), titolari di oltre 50 per cento dei 33 milioni di euro, che hanno optato per il rinvio. Fin qui gli scenari inattesi e sorprendenti nell’attesa della decisione dei giudici sulla richiesta di rinvio.

Redazione