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MADDALONI- Italcementi ha avviato il lento e irreversibile processo di riorganizzazione del nuovo gruppo. Per conoscere qualcosa del futuro dello stabilimento Cementir Italia di Maddaloni bisognerà aspettare almeno qualche mese. Lo si deduce dai primi fermenti sindacali con cui è alla prese il principale produttore dei cemento italiano controllato dal colosso Haidelberg. Già alle prese con esuberi di 600 unità, il gruppo di Bergamo sta avviando una riorganizzazione amministrative e organizzativa. Tanto che i sindacati confederali auspicano, per i dipendenti Italcementi in esubero, il ricorso ad ammortizzatori sociali. Pertanto, non è dato prevedere se e quanti dipendenti delle acquisite Cementir e CemetirSacci possano transitare nei nuovi quadri dirigenti e amministrativi unificati. Ed è per questo, e non solo, che bisognerà aspettare ancora per il “piano industriale” da cui dipenderanno i destini dei nuovi asset e anche dello stabilimento di Maddaloni. Esistono due scenari. Uno è temporale: non prima dei prossimi sei mesi non si conoscerà il quadro industriale-produttivo in cui entrerà lo stabilimento di Maddaloni. Il secondo conduce direttamente alle indicazioni dell’Antitrust: due asset produttivi dovranno essere dismessi. E i candidati sono i silos di Reggio Calabria e forse proprio Maddaloni (che ha una potenzialità estrattiva di soli 18 mesi). In questo caso, l’impianto potrebbe entrare in un giro di cessione di strutture produttive tra i principale produttore di cemento in Italia e marchi concorrenti che operano sul mercato regionale
 

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