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di Elio Bove

L’aumento del costo del denaro annunciato dalla Bce avrà ricadute, anche pesanti, sui mutui a tasso variabile. La Banca centrale europea ha detto addio, dopo 7 anni, agli acquisti di debito pubblico. Questo sancisce anche un addio all’epoca dei tassi d’interesse negativi, con un primo rialzo a luglio da un quarto di punto, cui ne seguirà un altro già a settembre probabilmente da mezzo punto. Le previsioni sul carovita diventano più negative per la situazione energetica internazionale, che andrà solo a peggiorare una situazione di prezzi già in rialzo. Secondo il Codacons, l’aumento dei tassi d’interesse di 0,75 punti deciso dalla Bce rappresenta una “mazzata” per le famiglie italiane che hanno acceso un mutuo a tasso variabile. Ipotizzando un mutuo da 150mila euro a 25 anni – una delle tipologie più richieste in Italia – e nel caso in cui l’aumento del tasso venga traslato interamente sul finanziamento, la rata mensile passerà dagli attuali 590 euro a 643 euro, con un incremento di +53 euro al mese, +636 euro all’anno.Su un mutuo da 200mila euro, sempre a 25 anni, la rata mensile passerà da 787 euro a 858 euro, +71 euro al mese, +852 euro all’anno, analizza il Codacons. Da tenere in considerazione poi che saranno più cari anche i prestiti personali o la rateizzazione delle spese. Sul fronte delle aziende, inoltre, fino ad oggi si poteva contare su prestiti a tassi molto bassi, in alcuni casi ottenuti con garanzie statali e con scadenze prorogate grazie alle moratorie introdotte dal governo per mitigare gli effetti del Covid sull’economia. Da luglio tutta l’operazione sarà più costosa, perché le rate dei prestiti saranno più alte. E non è detto che le moratorie statali saranno rinnovate.

Redazione