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Non si chiamano più vitalizi ma «indennità a carattere differito». E’ polemica

E’ tornata la casta? Forse. Certo, la seduta del consiglio regionale di ieri passerà alla storia. Proprio quella che è stata celebrata con una cascata di comunicati stampa, tric trac e botte a muro, per la pioggia di emendamenti approvati. Le notizie sono due. La prima, che in fondo non è nemmeno la più rilevante, è che nella riunione di maggioranza in preparazione del voto sul collegato al bilancio, sembra proprio che Vincenzo De Luca sia andato su tutte le furie per l’enorme mole di emendamenti riconducibili ai territori di elezione dei consiglieri. Risultato: gli emendamenti sono stati tagliati di un terzo insieme all’iter autorizzativo agevolato per la ripresa delle attività estrattive delle cave. La seconda notizia, nascosta dalla nuvola di fumo dei festeggiamenti delle truppe cammellate, è che la maggioranza di De Luca ha reintrodotto i vitalizi tagliati due anni fa. Non si chiamano più vitalizi ma «indennità a carattere differito». In concreto, è stata ripristinata la reversibilità per i familiari dei consiglieri regionali deceduti. Ma la cosa che ha suscitato clamore non è la reintroduzione a favore di chi non ha altra fonte di reddito (e non a chi percepisce più vitalizi), misura in sostanza giusta. E’ tornata la reversibilità in quanto tale, senza limiti e profili patrimoniali, cumulabili con latri vitalizi maturati. In sostanza, la «pensione» viene ceduta al marito o alla moglie superstiti alla morte. Una decisione destinata a far discutere in un periodo in cui la lotta alla casta è ancora fortissima.

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Redazione