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MADDALONI- E’ diventato il terrore di un intero quartiere. Il cagnone nero e forzuto che semina il panico in via Matilde Serao è ormai un elemento dell’arredo urbano. Una vera attrazione. Si è candidato certamente a monopolizzare l’attenzione collettiva quando le folle prenderanno d’assalto l’area occupata dalle giostre.  A Maddaloni non ci si annoia mai: le sue strade sono come la vita. Sono sempre ricche di sorprese e grondanti di emozioni. Poco male se spesso o quasi sempre si tratta di vissuti sgradevoli. Nella «Maddaloni on the road», oltre all’attrazione permanente dello zampillo sorgivo che democraticamente non risparmia nessuna strada cittadina (l’ultima sorgente è affiorata in via Santacroce), ora l’ultima novità sono le tube di cani randagi. Ma il cagnone nero e forzuto non ammette comprimari e non vuole condividere la nascente celebrità con altri pari specie: agisce, compare sulla scena, spaventa e abbaia sempre e sistematicamente da solo. E’ una celebrità, la cui carriera è sostenuta con convinzione dalla nuova politica di gestione della sicurezza urbana voluta dal Comune. Il nuovo corso del’ente locale è il «liberismo amministrativo creativo» ispirato allo slogan di Giulio Tremonti: «E’ permesso tutto ciò che non è espressamente vietato». E al cagnone di razza corso-brasiliana non è vietato movimentare la vita ai passanti. Tra uno zampillo rinfrescante che buca l’asfalto e l’ingorgo di auto in sosta dei maddalonesi che assiepano i bar (durante l’aperitivo, l’oretta di chiacchiere al bar per la tazzulella ‘e cafè oppure mentre giocano ‘a bulletta), un cagnone arrembante che abbia ci sta bene. E poi, il cane corso-brasiliano è una certezza. Di più, una sicurezza: sta sempre a presidiare le strade. La soluzione migliore è trovargli un impiego come vigile urbano. Vista la mancanza di «pizzardoni nostrani» sempre più rari, una specie in via d’estinzione (assunta per presidiare il traffico che oggi invece affolla gli uffici amministrativi non della polizia municipale), il cagnone potrebbe essere una soluzione. E poi se si sono sperimentati con successo i cani poliziotto perché non si può puntare sul cane vigile urbano? Si risolverebbero due problemi: quella della carenza degli organi e quello del presidio e della visibilità sul territorio. Perché statene certi il cagnone si fa sentire, si fa vedere e soprattutto difende il suo territorio. Dunque, che sia assunto. Ma fate presto perché, nell’attesa che si espletino le procedure di adeguamento degli organici, tra uno spavento e l’altro qualche polpaccio potrebbe essere morso. Conidiamo nelle procedure di assunzione che saranno più celeri e repentine di qualsivoglia servizio di accalappiacani e veterinario ch dir si voglia.
bocchetti