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MADDALONI- Epilogo clamoroso. Ma è anche la conclusione che nessuno si auspicava. Il sindaco Andrea De Filippo avvia un’azione giudiziaria contro i proprietari della ex cava tufacea che ha innescato la frana che ha inghiottito oltre tre mesi fa via Carrarone III tratto. Per la cronaca una famiglia è rimasta isolata e diecine di aziende agricole sono in seria difficoltà. Si temevano che le vie Le vie della burocrazia fossero infinite. Invece, le autorizzazioni sono arrivate (Genio civile e pure dell’Arpac). Arpac inoltre ha emanata chiare direttive sull’utilizzo dei materiali riciclati controllati. Al momento, si è bloccato tutto.

Sindaco cosa sta succedendo?

Dopo una lunga mediazione. Dopo avere atteso, come è anche doveroso, che venissero fatti tutti gli atti preliminari. Abbiamo poi pazientato. Abbiamo assistito e sentite le giuste ragioni dei cittadini danneggiati. E infine abbiamo sollecitato ad intervenire. Ora a tre mesi, l’ordinanza urgente e contingibile non può essere congelata e nè subordinata ad ulteriori lungaggini non meglio precisate. La denuncia all’autorità giudiziaria è necessaria, dovuta e giuridicamente consequenziale.

Siamo passati dal regime di collaborazione a uno di scontro?

Ebbene, non dobbiamo inventare nulla. Ma solo applicare in maniera giudiziosa e precisa le norme. Il sindaco di Maddaloni è chiamato a difendere i diritti dei più deboli. I disagi già sono insostenibili. I disagi prolungati sono intollerabili.

Sindaco calendario alla mano si rischia di scivolare verso settembre per un intervento…

E’ anche la nostra preoccupazione. Infatti, non si può più perdere tempo. Gli interventi vanno fatti. Non lo dice Andrea de Filippo, lo prescrivono le norme.



Redazione