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MADDALONI- Ci siamo tolti il pensiero. Che liberazione: il Consiglio Comunale di Maddaloni, l’assise dei magnifici 24, è tornato a parlare dell’ospedale. Non accadeva dal 14 gennaio 2019. Anche allora fu vergato il solito documento unitario a difesa dell’ospedale, contro il depotenziamento e la dismissione del nosocomio come risposta la piano ospedaliero regionale. Dopo il parto arrivò pure la pioggia di comunicati stampa, poi il rullo dei tamburi di guerra, i proclami di mobilitazione e gli appelli ai soliti consiglieri regionali di riferimento. E poi? Poi il nulla, il vuoto pneumatico, il silenzio assoluto. Dopo 14 mesi esatti si ritorna a parlare di ospedale. In 424 giorni, non è stata detta una parola sull’ospedale di Maddaloni. Zero parole spese (tranne qualche singola eccezione) per accelerare i lavori di costruzione della camera calda all’ingresso del Pronto Soccorso. Zero impegno per ottenere l’avvio dei cantieri (finanziati con 300 mila euro) per il completamento del Pronto Soccorso. Zero denunce per la sospensione dei lavori di rifacimento della facciata del nosocomio, lasciata a metà per mesi. Zero mobilitazione per gli ennesimi lavori di ristrutturazione delle sale operatorie e quelli eterni di rifacimento del microclima. Visti i risultati, i documenti del Consiglio Comunale valgono zero. Andando avanti con questa foga politica, il prossimo comunicato unitario arriverà quando le ruspe saranno entrate in azione per demolire il nosocomio. Paradossi e gesti apotropaici a parte, irrita il lungo, volontario e ostinato non impegno sull’ospedale. Ma quando accade, asta accadendo e accadrà al nosocomio è frutto anche di questo disinteresse militante, che spalmato in un ventennio, ha prodotto la situazione attuale. Documento o non documento, va dato uno ZERO IN CONDOTTA POLITICA-AMMINISTRATIVA ai consiglieri comunali tutti. E pensare che sono stati eletti medici, paramedici, dirigenti sanitari di lungo corso e supporters di chi tira le fila della sanità regionale. In una comunità normale, una argomento del genere dovrebbe infiammare la campagna elettorale delle prossime regionali. E invece si confida ancora sulla memoria corta.

Redazione