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Dai 18.000 sbarchi del 2018 ai 3.418 del 2019: sono l’81% in meno gli arrivi via mare rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È quanto è emerso dalla riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica al Viminale. Le azioni messe in atto per il contrasto all’immigrazione irregolare comprendono l’impiego di: sei navi della Guardia di finanza (quattro a Lampedusa, una a Messina e una a Pozzallo) pronte ad intervenire per la difesa dei confini nazionali; droni messi a disposizione da Frontex, per intercettare i barconi prima che raggiungano le acque internazionali; attività di intelligence, vigilanza e ricognizione in Libia, intensificate anche verso il confine sud con il Niger. Altri dati sono stati presentati nel corso della riunione: 3.588 espulsi dall’inizio dell’anno, a fronte del drastico calo degli arrivi; riportati nel paese di provenienza tutti coloro che sono arrivati dalle coste tunisine, oggi principale punto di partenza dei gommoni, esclusi i minori e i richiedenti asilo; 5.295 i respingimenti alla frontiera, a fronte dei 4.238 del 2018; 4.000 persone soccorse dalla guardia costiera libica nel 2019, grazie all’intensa collaborazione con il paese. Resta alta l’attenzione per gli arrivi via terra. Sulla rotta balcanica sta dando frutti l’attività delle pattuglie italo slovene e croato slovene. Sotto la lente anche le modalità di finanziamento delle Ong che operano nel Mediterraneo centrale. Per quanto riguarda la nave noleggiata da Ong francesi e battente bandiera norvegese, in rotta verso le acque antistanti la Libia, il Viminale comunica che sono state contattate le autorità della Norvegia.

Redazione