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MADDALONI- Il cavallo di Troia è stato portato nel recinto della casa comunale: dopo aver spalancato le porte alla conciliazione (pagamento di 52 mila euro onnicomprensive per corrispondere differenze retributive a Michele Delle Cave che ha svolto, secondo il ricorso presentato, mansioni superiori appartenenti al livello Dirigente) nella pancia si nasconderebbero altri ricorsi. E’ la corsa ai ricorsi. E’ solo questione di tempo: già si raccolgono carte e ordini di servizio a partire dal Comando della Polizia Municipale. Chi ha ricoperto altre mansioni, gestito bandi di gara o funzioni speciali potrà far valere senza opposizione alcuna le proprie ragioni. Più che una breccia si è aperta un’autostrada. E il comune è destinato puntualmente ad essere asfaltato. La situazione è critica: più che mal di pancia in comune si registrano vere e proprie doglie. Non si contesta il merito del contenzioso ma il metodo seguito dall’ente locale considerato remissivo, doppiopesista e arrendevole. Nuovi interrogativi sulla legittimità della gestione della macchina comunale si sommano a quelli vecchi: primo, il conferimento di funzioni apicali a personale di categoria D in difformità ai dettami del contratto nazionale di lavoro. Secondo, si è evitato la fase dibattimentale, dove il comune avrebbe potuto far valere le proprie ragioni. C’era già chi fremeva per mettere in piazza la gestione del personale a partire dal 2006. Un periodo in cui, c’era addirittura in servizio un direttore generale. Invece, l’accordo seppellisce l’attesa ricostruzione della scalata del comune, dal gradino più basso fino ai vertici, per giunta senza aver superato alcun concorso se non quello di assunzione (spesso per vigile urbano). Il problema è sempre il metodo usato: la delibera 54 sarebbe affetta da problemi di legittimità: ad esprimere la regolarità tecnica e regolarità contabile due dipendenti anche essi promotori di ricorsi risarcitorio. Un conflitto di interesse con il controllore che nel tempo si trasforma in controllato. Metodologicamente c’è pure un problema contabile. I due pagamenti (30 novembre e 30 dicembre) saranno sostenuti con il bilancio 2018. Contenziosi analoghi invece sono stati direttamente inseriti nei debiti fuori bilancio. E poi c’è una questione che un macigno politico: non si capisce come sia possibile che ci sia la copertura finanziaria per 52 mila euro, ma per tante altre cose si deve ricorrere ai debiti fuori bilancio. Un doppiopesismo che brucia visto che molti servizi sono negati per mancanza di risorse adeguate. E su questo versante si aprono interrogativi sulla gestione delle risorse disponibili.

bocchetti