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Operazione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche
della Guardia di Finanza, unità delle Fiamme Gialle specializzata nelle
investigazioni tecnologiche che, all’esito di una specifica attività di
monitoraggio della Rete volta al contrasto della contraffazione online, ha
sottoposto a sequestro, disposto dal G.I.P. su richiesta della Procura
della Repubblica di Roma, n. 156 risorse Web dedite ad attività di vendita
di prodotti contraffatti.
Le investigazioni su Internet sono state effettuate attraverso consolidate
metodologie di Open Source Intelligence (OSINT), tecnica che consente
di reperire, aggregare e strutturare le informazioni liberamente accessibili
sul Web, le quali sono state poi sottoposte ad articolati processi di analisi
e filtraggio dei dati, che hanno consentito di ampliare il panorama delle
potenziali risorse dedite alla vendita di prodotti contraffatti o all’utilizzo
non autorizzato di segni distintivi dei marchi registrati.
L’esperienza maturata dal Nucleo Speciale in attività investigative
concernenti fattispecie di contraffazione ha consentito di dirigere
l’esplorazione sul Web prioritariamente verso proposte di vendita online
in base a specifici criteri e indicatori di rischio.
I fattori che maggiormente hanno inciso sull’individuazione delle
fattispecie di contraffazione sono il prezzo di vendita, notevolmente
inferiore rispetto a quello normalmente praticato sul mercato, nonché
l’utilizzo di canali di vendita non ufficiali, rispetto a circuiti esclusivi
normalmente utilizzati dai più noti brand.
Le indagini di P.G. sono state mirate anche a verificare l’affidabilità del
proponente. Infatti le attività che si pubblicizzano sul Web senza
riferimenti precisi sul proprio titolare o ragione sociale e della relativa
sede di esercizio sono indice di anomalia in quanto l’intento è proprio
quello di celare l’identità di chi propone i prodotti contraffatti. Solitamente
tali informazioni sono fornite dai siti Web di e-commerce nei quali, tra
l’altro, deve essere esposta obbligatoriamente la partita I.V.A. del
venditore.

I beni contraffatti proposti sulle piattaforme online rientrano tra le
categorie maggiormente ricercate dagli utenti del Web, dalle borse alle
scarpe, dagli occhiali agli orologi, ma anche profumi e abbigliamento
sportivo. I brand danneggiati dalle condotte illecite sono diversi, tra di
essi Armani, Adidas, Hogan, Prada, Louis Vuitton, Rolex, Gucci, Chanel,
Rayban.
Le vendite avvenivano attraverso i canali di diffusione costituiti dai siti
Web, anche mediante profili e pagine presenti sui social network più noti,
Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Youtube che, ormai
capillarmente diffusi tra gli utenti del Web, non richiedono costi di
gestione in quanto liberamente disponibili.
Tramite i citati social sono stati pubblicizzati i prodotti contraffatti e gli
accordi per l’acquisto avvenivano mediante contatti privati. Di particolare
interesse è l’utilizzo del canale Youtube, che viene sempre più
frequentemente impiegato per mostrare e proporre i prodotti come una
vera e propria televendita sul Web.
Durante l’operazione sono stati individuati utenti che pubblicavano
annunci sui portali di e-commerce internazionali, tra i quali soprattutto
Amazon e il cinese Alibaba. Anche ad essi sono stati notificati
provvedimenti di sequestro e rimozione delle risorse.
L’operazione della Guardia di Finanza a tutela del consumatore ha visto
il coinvolgimento delle società titolari dei marchi, che hanno riconosciuto
attraverso le sole immagini pubblicizzate la non autenticità dei beni messi
in vendita online.
Le condotte illecite individuate hanno integrato le violazioni previste dagli
art 473 e 474 c.p., riguardanti i reati di contraffazione di marchi e segni
distintivi, nonché di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con
segni falsi.

bocchetti