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MADDALONI- Risposta preventiva certa e non speculativa ai bisogni reali, anche sotto forma di assistenza materiale, che si prospettano con assoluta certezza all’orizzonte. In un momento, in cui anche la “politica” locale (tutta polarizzata sulle fibrillazioni elettorali e sul solito, sterile e perdente gioco dei posizionamenti) arriva la proposta per organizzare la crisi sociale collegata all’emergenza sanitaria in corso. A lanciare il sasso nello stagno immobile è il consigliere comunale Angelo Tenneriello (Maddaloni Positiva).

Angelo Tenneriello

Propone che sia il sindaco a gestire, da subito, forme trasparenti di ausilio e aiuti materiali alle famiglie in difficoltà. In che modo?

Va fatta una premessa altrimenti creiamo confusione. Questa emergenza sanitaria prolungata avrà serie ripercussioni sulla capacità di spesa della famiglie. Ma per evitare che si inneschi una corsa speculativa all’aiuto, magari gestita secondo criteri pietistici o peggio ancora discrezionali, sia il comune ad attivare, coordinare e sostenere servizi compensativi e di aiuto secondo criteri perequativi.

In che modo?

Con strumenti amministrativi e sostegno finanziari, in attesa che il Governo metta in campo misure concrete e più sostanziose. Mi riferisco alla vasta schiera di piccoli artigiani, negozi al dettaglio, persona e con lavori a termine o precari che vanno affiancati nelle esigenze fondamentali. Perchè, al momento, non sappiamo quando durerà questa emergenza e nemmeno possiamo prevedere se ci sarà una seconda ondata di contagi. Quindi, è necessario pensare ad un sistema tipo banco alimentare che cancelli il disagio immediato. E bisogna pianificarlo subito. C’è un secondo livello, tutto amministrativo, che non è più rinviabile, ovvero una una strategia di fiscalità di vantaggio destinata ai piccoli esercenti e ai piccoli operatori. Non è assistenza ma impegno a sostegno dell’attività produttiva già duramente provata.

Ma è una questione anche di risorse…

Per l’assistenza materiale già esistono delle risorse. La sospensione dell’attività del Consiglio comunale delle commissioni hanno prodotto un risparmio di 11 mila euro, destinato pure a crescere. Il tutto sommato al fondo di solidarietà, già creato con i tagli al costo della politica, rende disponibili risorse da utilizzare in maniera trasparente come supporto a chi è in difficoltà. A partire, in questa emergenza, dai nuclei familiari posti in quarantene coatta. Anche loro, hanno bisogno di assistenza.

Perchè insiste con il modello del banco alimentare?

Perchè c’è bisogno di un intervento trasparente e discreto che sia di sostegno e non solo di passiva assistenza. La mano pubblica aiuta chi è in difficoltà affinchè ritorni a camminare sulle proprie gambe. Quindi, subito investire le risorse a disposizione. Poi coordinare, come sta avvenendo con i servizi di spesa a domicilio e consegna farmaci, tutti le iniziative del volontariato. Interfacciarsi con le strutture da sempre impegnate (Caritas e banco alimentare) per l’assistenza materiale. Ma questa, da sola non basta. Ottimizzare i servizi dell’Ambito C2 per l’aiuto alle famiglie che hanno persone non autosufficienti, anziani allettati, persone non autonome. Garantire un monitoraggio del disagio reale che è molto vasto e va ben oltre la semplice assistenza materiale. Serve ascolto e quindi servizi adeguati. .

In sintesi, serve un coordinamento istituzionale di tutte le iniziative di aiuto?

I volontariato fa molto, ma non può risolvere i problemi che sono sociali, lavorativi, economici, collegati a servizi carenti. Per questo, serve un coordinamento istituzionale diffuso sul territorio per ottimizzare servizi e assistenza. E poi servono investimenti finanziari che il comune, con tutti i limiti, può comunque garantire mentre i volontariato non può.

Redazione