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E’ necessario divulgare. Urge far conoscere il Parco Urbano Intercomunale che deve uscire dalle anguste stanze degli addetti ai lavori. La presentazione del neo direttore arch. Mariano Nuzzo.

arch. Mariano Nuzzo

In cifre cosa è e da chi è composto?

Il Parco Intercomunale “Dea Diana” è il nucleo del sistema urbano del verde, inteso come insieme di aree con valore ambientale e paesistico, di importanza strategica per il riequilibrio ecologico delle aree urbanizzate inserite in contesti territoriali ad elevato impatto antropico.

Il nostro è composto da 9 Comuni (Airola, Arienzo, Arpaia, Cervino, Durazzano, Forchia, Maddaloni, Sant’Agata dei Goti e Santa Maria a Vico), ai quali si aggiungono in Protocollo di intesa la Provincia di Benevento e quella di Caserta. Ha un’estensione di circa 4.000 ettari e un totale di circa 85mila abitanti, collocandosi tra i parchi urbani più estesi e popolosi d’Europa.

Il Parco esprime un Presidente, nominato dalla Conferenza dei Sindaci (organo di indirizzo politico) e un Ufficio di Piano del Parco (guidato dal un Direttore) che rappresenta la l’organo gestionale e organizzativo.

Quale è la missione fondativa del Parco?

L’istituzione del parco urbano favorisce il contestuale risanamento di aree in situazione di degrado ambientale ed è inteso come disegno unitario e coordinato delle aree destinate al verde, favorendo gli elementi principali di detti ecosistemi anche in riferimento al territorio.

L’istituzione di un parco persegue gli obiettivi di seguito delineati:

  • Azioni di difesa di un patrimonio ambientale di pregio e di ecosistemi di interesse regionale, con particolare attenzione alle esigenze di tutela delle biodiversità;
  • Valorizzazione delle aree agricole urbane;
  • Valorizzazione di aree di interesse culturale, storico, archeologico;
  • Riequilibrio delle aree a rischio di degrado e tutela delle superfici che formano zone strategiche regionali di discontinuità inter-urbana.

Gli scopi specifici sono i seguenti:

  • Favorire lo sviluppo della rete delle aree protette, collegando il Parco Regionale del Partenio a quello di Taburno Camposauro, rispettivamente con i territori di Arienzo (fino a Forchia ed Arpaia) e Sant’Agata dè Goti per dare maggiore efficienza economica ed ecologica;
  • Promuovere l’uso razionale e lo sviluppo ordinato del territorio urbano ed extraurbano mediante il minimo consumo di suolo;
  • Tutelare l’integrità fisica e l’identità culturale del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse paesistico-ambientali e storico-culturali, la conservazione degli ecosistemi, la riqualificazione dei tessuti insediativi esistenti e il recupero dei siti compromessi;
  • Migliorare la salubrità e la vivibilità dei centri abitati;
  • Potenziare lo sviluppo economico regionale e locale;
  • Valorizzare e sviluppare il paesaggio agricolo e le attività produttive connesse;
  • Potenziare la risorsa paesaggio e le attività produttive e turistiche.

Considerando l’esiguità delle risorse degli Enti Locali e la crescente domanda di servizi delle comunità che le abitano, la forma gestionale associativa intercomunale consente la possibilità di migliorare i servizi al pubblico riducendo i costi di co-gestione.

Parco significa solo tutela e vincoli?

Sicuramente il concetto di tutela è molto vicino alla missione del Parco, ma tutelare non vuol dire congelare, bensì,secondo una definizione molto calzante della Treccani: “Difendere, salvaguardare, proteggere un diritto, un bene materiale o morale, e del loro mantenimento e regolare esercizio e godimento”. Il parco interurbano, nella sua valenza culturale, si differenzia da quelli propriamente naturali (spesso temuti per il sistema vincolistico che li denota) per il fatto che, pur individuabile in un luogo geografico, non ha precise delimitazioni di confine. Il parco può comprendere uno o più luoghi, ruderi, case, interi centri storici, sentieri, vecchie strade, dentro e fuori dagli agglomerati abitativi. Secondo questa concezione più tipicamente mediterranea, i parchi urbani rappresentano luoghi della memoria, d’ispirazione, luoghi fisici, paesaggi suggestivi che sembrano essere miracolosamente sfuggiti ai processi di modernizzazione.

Come cambia il territorio e la vita dei cittatini inseriti nel parco?

Il territorio del Parco dovrà rivitalizzarsi per effetto delle attività che ricadranno in esso. Gli attori principali sono i cittadini. Le attività e le iniziative possibili sono destinate alla libera iniziativa privata, incentivate dalla mano pubblica.I Comuni hanno preso coscienza della qualità del territorio e del suo ambiente e decidono di renderlo “fruibile”. Questo vuol dire incentivare l’uso del suolo, prosperità economica e occupazione, integrazione sociale e tutela e miglioramento dell’ambiente,sono considerati obiettivi in grado di rafforzarsi reciprocamente, mentre le strategie urbane dovranno prevedere azioni volte a rendere le città più sostenibili in termini ambientali e di scambi socio culturali.

La filosofia che ispira la realizzazione di un parco interurbano considera, quindi, patrimonio essenziale la conservazione ed il recupero delle diversità territoriali, intese sia nel senso urbanistico ed ecologico, della biodiversità, che socio-culturale, delle identità locali, assicurando la conservazione, l’uso e la fruizione sostenibile delle risorse naturali e culturali

Redazione