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MADDALONI- Crisi nera e senza sbocchi anche per gli edili. All’Interporto è stato clamorosamente perso un anno. E ora la situazioni è molto più drammatica e ben peggiore di quella già difficile dell’ottobre/novembre 2018 quando questa storia di precarietà, cronoprogramma delle assunzioni non rispettato e cantieri (che non decollano) è cominciata. Almeno allora, c’era gli ammortizzatori sociali e gli assegni di disoccupazione a tamponare l’emergenza. Adesso, non c’è più nulla. Nemmeno la speranza di una ipotetica riapertura. Dove eravamo rimasti? Al sequestro dei cantieri sul versante di Marcianise. E poi alla chiusura anzi al mancato decollo del cantiere presso il «varco Ficucella» (32 mila metri quadrati), commissionato per costruire l’hub merci della Decathlon. Tutto sospeso. Mancherebbero, secondo indicazioni inequivocabili dei sindacati, le solite garanzie finanziarie. Si sta molto peggio del 2018. Ma nel 2020 si starà peggio anche del 2019. Insomma, si stava meglio quando si stava peggio. Altra bruttissima notizia occupazionale: La Gnarra costruzioni srl, l’unica azienda che era riuscita a mantenere le attività operative, questa settimana chiude i battenti. Si ferma tutto il comparto edilizio. E’ l’ultima settimana di lavoro. Ovviamente mancano le garanzie finanziarie e l’impresa non rinnova i contratti di lavoro. Altri cinque posti di lavoro vanno in fumo. Una situazione occupazionale, così nera, non si era mai vista prima. Tutti gli edili, appartenenti a tutti i cantieri, sono finiti in strada. M la situazione che sconvolge è che c’è molto lavoro da fare. E inquieta il fatto che persino le aziende titolari di commesse come la Gnarra, l’Edimo, la Temar titolari di contratti e gestori di cantieri dalle notevoli potenzialità sono costrette a sospendere le attività. Non è bastata la disponibilità delle singole aziende a non interrompere i lavori, i contratti e i rapporto occupazionali vista l’impossibilità di una continuità finanziaria. In questo quadro grave e sconcertante, restano danneggiati oltre 50 gli edili, sui quasi 60 inseriti nel «pano per le riassunzioni a scaglione e a tempo determinato». Sono di nuovo senza lavoro, con contratti in scadenza e disoccupazione in scadenza. Intanto, non si riesce ad aprire un tavolo di confronto o di crisi tra committenza, aziende e sindacati. Sono finite le risorse e pure la pazienza. Così, si sta innescando una situazione di tensione sociale che potrebbe far ripartire la stagione delle contestazioni itineranti. Quella che abbiamo conosciuto l’anno scorso e gli anni passati con proteste che hanno coinvolto i comuni di Maddaloni e Marcianise. La situazione è surreale. Mancano risposte per l’indotto di una piattaforma intermodale (ancora da completare a 22 anni dalla sottoscrizione dell’accordo di programma). Non si può sfuggire ad oltranza: urgono risposte al territorio, lo stesso che ha offerto risorse, infrastrutture e capitali umani importanti per una logistica casertana in perenne fase di decollo e mai decollata.

Il cantiere di via Ficucella
Redazione