00 5 min 3 anni
La maggioranza civica imbarca Fratelli d’Italia. Mal di pancia nella coalizione. Cambio di paradigma: dal civismo ad oltranza al ritorno dei partiti

MADDALONI- E l’Imperatore De Filippo è nudo. Ricordate gli slogan? “Civici, oltre i partiti (che hanno storicamente avrebbero fallito), al servizio della città. Mettere da parte le appartenenze sublimandole in presenza e coltivando lo spirito di servizio. Tutti civici nel rispetto delle diversità purché al servizio della città”. Sono solo alcune delle mille parole d’ordine che, per due campagne elettorali alle amministrative, hanno frantumato le meningi degli elettori. Da una parte i puri, civici, servitori della causa comune. Dall’altra, i puzzoni dei “partiti rottame”. E ora? La narrazione è durata, ad onore del vero, meno di 24 mesi. Le fetecchie e la figuraccia rimediata alle ultime provinciali era solo un’avvisaglia: unico dei grandi comuni, con il potere numerico di eleggere almeno tre consiglieri, che non ne elegge nessuno in prima battuta. E ora, c’è il contrordine: basta con la stagione del civismo servono i partiti per risollevare e risolvere i problemi cittadini. Tutto e il contrario di tutto.

Dalla maggioranza arcobaleno all’ammucchiata arcobaleno? Potrebbe nascere la maggioranza di Unità paesana.

Così la mitica maggioranza arcobaleno destra-centro del sindaco De Filippo diventa “ammucchiata arcobaleno” destra-destra-legocentrista con spruzzata di sinistra. Mancano solo il Pd e il M5S altrimenti l’arco parlamentare sarebbe totalmente rappresentato. Una riedizione, in salsa paesana, della maggioranza autodefinitasi di Unità nazionale di Draghi. La ribattezziamo pertanto maggioranza di “Unità paesana” di De Filippo. Con una differenza: la Meloni è l’unica opposizione dichiarata; a Maddaloni, invece Fratelli d’Italia è per metà, al momento, dentro la maggioranza.

Dalla politica liquida alla militanza gassosa. Le doppie appartenenze

La politica è liquida direbbe Bauman: cambiano i contenitori ma non il contenuto. Si passa da una parte all’altra con facilità. E’ il travaso dei consiglieri comunali da vecchi a nuovi otri. Ma a Maddaloni la politica è andata oltre: è già passata allo stato gassoso. E come ben si sa, i gas non hanno volume e occupano tutti gli spazi a disposizione. Così, accade che la maggioranza gassosa di De Filippo, ma anche il consiglio comunale tutto, è un capolavoro di presenze ubiquitarie o di doppie appartenenze. C’è il vicesindaco Gigi Bove (curatore della campagna elettorale di Alfonso Piscitelli) che milita a Caserta in Fratelli d’Italia ma, a Maddaloni, è civico e non aderisce al gruppo consiliare. C’è Alessandra Vigliotti che invece è di Maddaloni nel Cuore, cioè eletta civica, ma aderisce al gruppo di Fratelli d’Italia. C’è il cavaliere Aniello Amoroso, prodotto primigenio del civismo spinto e oltranzista, che diventa di Fratelli d’Italia ma sostiene da sempre il sindaco. E poi c’è Gaetana Crisci, prima dei non eletti della mitica, tumultuosa e rissosa lista “Con De Filippo sindaco”, che ha segnato una stagione di scontri all’arma bianca con l’Imperatore e che inaugura la stagione del dialogo costruttivo. Insomma, era nel gruppo misto transita i Fratelli d’Italia e resta sull’uscio della maggioranza. Quindi c’è un gruppo consiliare che, attualmente, è mezzo dentro la maggioranza e mezzo fuori. Ma non è una novità. E’ quello che accade anche a Italia Viva che non è più organica alle opposizioni. E’ dialogante con il sindaco destra-destra-centroleghista De Filippo e, a Napoli, sostiene il piddino De Luca. In tutta questa liquidità ci sono delle certezze: primo, va chiarito se Fratelli d’Italia è o non è maggioranza arcobaleno; secondo; per De Filippo è finito l’alibi dell’appartenenza civica; terzo, De Filippo è nudo: è finita la narrazione del civismo. De Filippo è un sindaco fortunato. Se ci fosse un’opposizione organizzata le migrazioni politiche sarebbero un terreno di scontri durissimi. A parte inverse, il De Filippo avrebbe sparato, sulla maggioranza, a palle incatenate. E adesso sono cambiato gli equilibri e i pesi specifici all’interno della maggioranza. La situazione è paradossale: la giunta più inamovibile di tutte convive con il consiglio comunale più fluido di sempre.

Redazione