00 3 min 5 anni

MADDALONI- La Turbogas di via Ficucella, centrale elettrica in dismissione, avrà ancora un futuro produttivo. E’ sarà totalmente Green. Cose molte concrete: entro il 2019, cioè subito (visti i empi amministrativi e quelli di programmazione urbanistica locale) sarà presentato il progetto di fattibilità per la «produzione di energia da fonti rinnovabili di tipo fotovoltaico». Insomma, la centrale entrata in funzione nel 1975 (alimentata ad olio combustibile), poi convertita a metano nel 2003 e poi declassato nel 2012, con i suoi quattro gruppi di 88 megawatt, ad impianto di riserva nazionale con il «Piano Scarioni», diventa area di stoccaggio di energia elettrica, immagazzinata in batterie. Della terza svolta green ne parliamo con l’assessore all’ambiente Salvatore Liccardo.

Dopo 45 anni di conflitti, siamo ad un epilogo sorprendete?

Si certo. Da assessore all’ecologia non possono non accogliere con favore l’inserimento  nell’ambito del «progetto Futur-E» (che coinvolge 23 ex siti produttivi in tutta Italia) la transizione energetica verso modelli di sviluppo sostenibile.

Cambia o cambierebbe la storia urbanistica, produttiva e ambientale del territorio…

Si certamente. Ma il condizionale è d’obbligo perché aspettiamo i progetti esecutivi. Anzi, ho sollecitato una certa celerità nelle procedure poiché l’amministrazione sta redigendo il Puc. Quindi questo progetto va inserito nella programmazione in atto. Ovviamente, in questa prospettiva, la Turbogas continuerà ad avere la destinazione di sito produttivo.

Tutto qui, su questo progetto?

Aspettiamo le carte. Ma, in maniera largamente preventiva, abbiamo messo in evidenza una richiesta più che legittima: le future attività debbono coincidere con il riconoscimento di royalties o ristori per il territorio. Sarebbe la più logica conclusone di mezzo secolo di utilizzo del territorio a scopi produttivi.

A proposito di questioni in sospeso, quale è il punto sulla controversia della ritardata comunicazione dell’Analisi di Rischio Sanitario e Ambientale e sul grado di contaminazione della falda e del suolo?

I dati, già recapitati alla Regione Campania, ci saranno trasmessi al più presto e indicherebbero una presenza di contaminanti inferiori alla concentrazione soglia di rischio (Csr).

In concreto, i tassi di idrocarburi (Triclorometano, Dicloroetilene e Tetracloroetilene), metalli pesanti (manganese) e alifatici clorurati non cancerogeni, sarebbero simili a quelli del 2015?

Aspettiamo i dati. Ragioneremo solo su quelli. Secondo Enel Produzione ci sarebbero concentrazioni contenute nel suolo e un’assenza di «rischio sanitario per i lavoratori del sito e per la falda». Spetta alla Regione certificare che il «sito, ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche, risulta non contaminato». 

Redazione