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Il complesso di 49 mila metri quadrati alienato per circa un milione e 250 mila euro. Gli ex dipendenti aspettano la liquidazione del Tfr, il comune delle tasse e dei tributi non pagati e la messa in sicurezza e bonifica del sito abbandonato

MADDALONI- Svendita all’asta. Il progetto delle Mf Componenti Immobiliare di fare cassa sull’ex sito produttivo dell’ex Face Standard, poi Alcatel, già Mf Componenti e infine Esacontrol, è stato un flop: da 12 milioni di euro di pretesa iniziale, il complesso (capannoni, palazzine uffici, piazzali e campo di calcio) è stato aggiudicato, al rilancio, per appena un milione e 250 mila euro. E adesso l’attesa è finita. Creditori in fila per chiedere il dovuto ristoro. Su tutti, aspettano soldi gli ex dipendenti per ottenere parte del Tfr vincolato alla vendita. Poi il comune aspetta di incassare i tributi comunali non pagati. E, infine, residenti, Asl e Ufficio ecologia spettano che la nuova proprietà risponda della bonifica, messa in sicurezza e lotta al degrado visto che lo spettrale stabilimento è in totale rovina.

Sindaco De Filippo che ne sarà del conflitto in corso sulla destinazione d’uso?

Non cambia nulla. In attesa di conoscere chi è il nuovo proprietario, visto che l’aggiudicazione all’asta on line è anonima, avremo un interlocutore a cui chiedere tutti gli adempimenti, finanziaria e ambientali, fino ad oggi fermati dall’alienazione immobiliare per sopraggiunto fallimento pendente innanzi al Tribunale di Milano.

Esiste un contenzioso sulla destinazione urbanistica. Il commissario giudiziale ha avviato un ricorso al Tar contro il nuovo Puc e il cambio di destinazione. Che succede?

La posizione del comune, che è in linea con i dettami urbanistici regionali e provinciali, non muta. La vecchia destinazione del sito (nato la metà del secolo scorso in aperta campagna) è stata cancellata perché non ritenuta compatibile con la legislazione vigente, le linee programmatiche della Regione Campania e della Provincia di Caserta. In sintesi, in pieno centro abitato le attività produttive inquinanti vanno sostituite con interventi di riqualificazione ambientale, rigenerazione urbana, bonifica per la creazione di servizi, spazi culturali e ovviamente giardini.

Tale destinazione sarebbe ritenuta lesiva dei diritti dei proprietari…

Intanto, sia ripristinata la salubrità dell’area vista che si parlerebbe in punta di diritto. Ripeto: la destinazione urbanistica è confacente ai dettami di riqualificazione urbanistica dell’area confinante con il comune di Caserta e l’area del costruendo policlinico. Punto e basta.

Pure il comune vanta crediti da riscuotere?

Certo, si tratta di tasse e tributi comunali non onorati. Come è accaduto con altre società si passa alla riscossione.

Redazione