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MADDALONI- Più attacchino lo possiamo chiamare “imbrattino”. Esiste una lotta al degrado urbano spinto che è a costo zero. Causato più dall’assenza di cura che dai problemi amministrativi, anche quelli atavici di vecchia data. Uno di questo è il ritorno del «far west del caro estinto». Maddaloni, dopo aver smaltito la quasi fisiologica guerra dei manifesti elettorali (per verità molto sotto tono o quasi inesistente) è alla prese con la “guerra dei manifesti funebri”. Incollati un po’ dappertutto e quindi, di sovente, fuori dagli spazi autorizzati: sopra gli annunci commerciali, sui pali della luce, serrande, mura private, quasi sui marciapiedi. Addirittura, nella nostra attività di documentazione sul territorio, ci sono anche le place fatte da manifesti. La stratificazione delle affissioni produce delle tavole di carta e colla, che cadono dalle plance, e che vengono utilizzati come spazi di affissione. A Completare il degrado c’è anche il ritorno dell’attacchino ciclista. Negli anni ’60 e ‘70 girava, a Maddaloni, l’attacchino in bici. Ora siamo tornati indietro di 40 anni. Eppure in comune vige un regolamento (firmato dall’ex sindaco Rosa De Lucia) che dichiara guerra al degrado e alla mancanza di rispetto per i necrologi: rimozioni forzate e sanzioni amministrative a carico dei trasgressori. Al posto dei vistosi fogli (formato A3, cioè 297 per 420 cm), è ammessa l’affissione di annunci (formato A4) cioè aventi un quarto di ingombro (210 per 297 cm). Affissione ammessa solo negli spazi appositi. Più che le parole valgono le immagini che abbiamo raccolto in un collage.

bocchetti