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MADDALONI- Sembra che la battaglia sia stata persa. Certamente non è stata vinta quella per il monitoraggio, vigilanza e contrasto sul territorio, contro gli scarichi abusivi anche on la compartecipazione dell’Esercito. E da solo il comune di Maddaloni può ben poco: quattro discariche, più volte sequestrate dalla magistratura e poi ripulite dal comune con fondi propri, sono di nuovo zeppe di rifiuti pericolosi. Sono tornati gli sversamenti lungo la vasta area perimetrale tra la centrale elettrica Turbogas, l’autostrada A30 e l’Interporto Sud Europa. Eppure, negli ultimi due anni, oltre 100 tonnellate di rifiuti speciali (gomme, eternit, elettrodomestici, mobilio dismesso, materiale di risulta) erano state rimosse. In contemporanea, sono stati svuotati altri due siti di stoccaggio  clandestini sequestrati da 10 anni: due discariche abusive occultate e coperte da altri scarichi utilizzati clandestinamente da oltre 30 anni in via Santafede e via Mastrantuono. Uno sforzo gigantesco e inutile. La medesima area, nel 2002, fu ripulita dalla società Astir della Regione Campania. Tutto inutile. Ed eco la nuova mappa degli sversatoi. Coinvolta tutta la cinta urbana è coinvolta. Censiti ben 3  siti: l’area di stoccaggio più grande resta via Santafede, la strada che costeggia l’A30 Caserta-Salerno con i suoi cumuli indifferenziati di rifiuti per oltre un chilometro e mezzo. Fenomeno incoraggiato dalla sospensione parziale dei cantieri autostradali. A seguire, il tour dei rifiuti coinvolge: la centrale Turbogas dell’Enel di via Ficucella e la vicina ex-area di sosta Calabricito e infine sempre l’area perimetrale dell’Interporto.

L’ultima bonifica nell’area Turbogas
Redazione