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Nella mattinata odierna, i militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno dato
esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali,
emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia – Sezione territoriale di Palermo nei confronti di 47 persone,
ritenute responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione a delinquere di tipo
mafioso, riciclaggio, traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione, usura ed estorsione
aggravata.
L’attività trae origine dall’approfondimento di alcune risultanze emerse nell’ambito
del contesto investigativo che ha condotto all’esecuzione, nel 2014, dell’operazione
“Apocalisse”.
Nel corso delle indagini è emerso che un soggetto appartenente al mandamento mafioso
di Porta Nuova – privo di fonti di reddito ufficiali – è il dominus di una pluralità di
attività economiche, che ha formalmente intestate a prestanome, al duplice fine di
eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali ed
agevolare il reimpiego di beni e denaro di provenienza illecita.
La ricerca delle risorse finanziare rientranti nella disponibilità dell’indagato ha
permesso di appurare come le iniziative imprenditoriali avviate e – di fatto – gestite
dallo stesso siano state sovvenzionate mediante l’impiego di proventi illeciti derivanti,
perlopiù, dal traffico di sostanze stupefacenti dal medesimo perpetrato.
Inoltre, parallelamente, si è pervenuti all’individuazione di specifici interessi nel
settore economico del commercio di metalli preziosi da parte di soggetti legati alla
criminalità organizzata mafiosa. In tale ambito, è stato individuato il ruolo di primaria
importanza ricoperto da un altro esponente di Cosa Nostra – figlio di collaboratore di
giustizia e personaggio abbastanza trasversale rispetto ad altri mandamenti mafiosi –
il quale, lungo un arco di tempo che comprende quasi un trentennio, ha instaurato
stretti legami personali e di affari con diversi appartenenti all’organizzazione
criminale, in favore dei quali non ha esitato a fornire il proprio incondizionato
contributo per la realizzazione di attività illecite. Questi ha rappresentato, tra l’altro, un
qualificato punto di riferimento di importanti esponenti criminali per la realizzazione
di affari nel settore aurifero, in virtù del suo stabile inserimento nel contesto mafioso
delle cosche di Resuttana e Borgo Vecchio.
Le misure cautelari costituiscono, quindi, l’esito di complesse attività d’indagine
condotte dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza mediante
attività di intercettazione telefonica ed ambientale ed accertamenti finanziari e
patrimoniali, supportati dalle dichiarazioni raccolte da diversi collaboratori di giustizia.
Fondamentale apporto alle indagini ha fornito l’approfondimento delle segnalazioni
per operazioni sospette riguardanti specifiche anomalie riscontrate da alcuni Compro-
oro nel settore di riferimento.
Si tratta di un approccio che, oltre ad evidenziare un metodo investigativo compiuto e
trasversale, pone ancora una volta in risalto l’efficacia del presidio antiriciclaggio
previsto dal nostro ordinamento.
Inoltre, è stato accertato l’indebito utilizzo del locale “Monte dei Pegni” come
strumento per “ripulire” i preziosi oggetto di reati predatori: il materiale veniva ceduto
al banco da “teste di legno” per poi essere acquistato dai soggetti incaricati dalle
consorterie criminali, che venivano così a trovarsi in possesso di beni con provenienza
certificata.
Le risultanze investigative hanno permesso, altresì, di ricostruire le dinamiche
concernenti la pretesa economica avanzata da alcuni membri dell’organizzazione nei
confronti di persone in disagiate condizioni economiche, nonché di chiarire il
sistematico apporto fornito nella fase di riscossione del denaro da parte di altri soggetti,
notoriamente inseriti in contesti mafiosi. Quest’ultimi, infatti, hanno posto in essere,
con “metodo mafioso”, azioni idonee ad esercitare una particolare coartazione
psicologica nei confronti delle vittime, con i caratteri propri dell’intimidazione
derivante dall’organizzazione criminale.
Nell’operazione odierna, si è dato corso altresì al sequestro preventivo – anche per
equivalente – di vari beni immobili e somme di denaro depositate su conti correnti
riconducibili agli indagati ed alle imprese individuali, nonché al sequestro di 15
attività commerciali operanti prevalentemente nel settore della somministrazione di
alimenti e bevande e dell’esercizio di giochi e scommesse, per un valore complessivo
pari a oltre 6 milioni di euro.
Per l’esecuzione dei numerosi provvedimenti un valido supporto è stato fornito dalla
componente territoriale del Corpo, con un impegno complessivo di circa 250 militari
della Guardia di Finanza, tra cui baschi verdi ed unità cinofile per la ricerca di armi ed
esplosivi, oltre all’ausilio di mezzi aerei.

bocchetti