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Dolore e lacrime per la morte del grande bomber che si è arreso al tumore al pancreas. Quel tricolore in maglia blucerchiata resta l’impresa più bella e speciale

Gianluca Vialli ha perso la sua battaglia. Il grande campione si è spento all’età di 58 anni al termine di una terribile malattia con la quale conviveva da ormai cinque anni. L’ “ospite indesiderato”, come il grande bomber ha sempre definito il tumore al pancreas, ha avuto la meglio dopo tante cure e sacrifici e soprattutto dopo l’ultimo disperato ricovero al Londra, annunciato tre settimane fa con annessa sospensione del ruolo di capo delegazione della Nazionale fortemente voluto dal fratello di sempre, Roberto Mancini. Vialli lascia la moglie Cathryn, conosciuta a Londra durante il fortunato periodo al Chelsea, e due figlie.

Più che un campione, Gianluca Vialli resterà per sempre un’icona del calcio, privilegio per pochi eletti. 753 partite tra squadre di club, Nazionale maggiore e Under 21 con 286 reti segnate. Bomber per eccellenza dell’italico pallone con due scudetti vinti, quattro Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, una Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega Inglese, due Coppe delle Coppe, una Coppa Uefa, una Champions League, una Supercoppa Europea. Ha vinto tutto quello che c’era da vincere, ha disputato due Mondiali (Messico 1986, Italia 1990), siglato 16 reti con la maglia azzurra e ricoperto la carica di manager del Chelsea (dal 1998 al 2000) ma il suo nome sarà legato eternamente alla storica impresa dello scudetto con la Sampdoria nel campionato 1990-1991.

Pagliuca, Vialli, Boskov, Mancini e…lo scudetto sulle maglie della Samp!

Quei ragazzi di zio Vujadin Boskov che per la prima ed unica volta cucirono il tricolore sulle maglie blucerchiate. Uno scudetto firmato dall’astro nascente Pagliuca, gli eterni Vierchowod e Cerezo, Mannini, Lombardo e Pari, ma soprattutto i gemelli del gol, Vialli e Mancini, che misero la firma in calce su quello che venne definito “lo scudetto del sorriso”, ottenuto da una squadra che assomigliava ad una grande famiglia capeggiata dal Presidente-Galantuomo, Paolo Mantovani.

Conti alla mano si è trattato dell’ultimo scudetto romantico del campionato italiano, prima dello strapotere del Nord, interrotto solo dai due tricolori arrivati nella Capitale (Lazio e Roma) e prima degli scandali portati in dote da Calciopoli e più recentemente dai bilanci fatti con la scolorina. Uno scudetto che rischiò di diventare leggendario con la finale di Coppa dei Campioni (prima si chiamava così e vi partecipava solo chi si laureava Campioni d’Italia) di Wembley persa ai supplentari contro il Barcellona.

Il tributo dell’account ufficiale della Serie A
Quella Sampdoria costruita come una grande famiglia, uno scudetto che stava per diventare leggenda con la finale di Coppa Campione persa solo ai tempi supplementari

Il Presidente Mantovani era solito ripetere che aveva la foto di Vialli e Mancini sul comodino vicino al letto e i “gemelli” erano l’ultima cosa che guardava prima di addormentarsi. Lo scudetto della Sampdoria ebbe la capacità, non comune, di unire l’Italia calcistica sotto un’inica bandiera. I ragazzi di zio Boskov, scrissero un’impresa memorabile in una Serie A costellata di campioni e grandi fortezze. Gianluca Vialli ha poi vinto ovunque ma quello scudetto è stata l’impresa che ancora oggi rappresenta il primo pensiero quando parliamo della sua straordinaria carriera.

Proprio nel 2019, dopo aver raccontato il dramma della malattia, Gianluca Vialli, viene “convocato” da Mancini nella Nazionale Italiana di Calcio, per essere al suo fianco nella trionfale avventura degli Europei, conclusasi con il trionfo proprio in quel di Wembley. Il mondo del calcio vive un altro terribile lutto dopo la morte di Sinisa Mihajlovic. Con qualche brivido di paura (mai nascosto), Gianluca Vialli aveva chiaramente fatto capire che la malattia era tornata a bussare.

19 Maggio 1991: la Sampdoria è Campione d’Italia

Le cronache di queste ore ci raccontano delle decine di telefonate fatte in questi ultimo giorni. Sapeva che il tempo stava per scadere ed aveva voluto lasciare un ultimo ricordo ai suoi amici. Il mondo del calcio e non solo piangono Gianluca Vialli, il ragazzo con l’eterno sorriso al quale non è riuscita la rovesciata (il suo gesto più famoso sui terreni fi gioco) più importante. Quella con un atroce destino che ci ha privato troppo presto di una grande bella persona.

Vincenzo Lombardi