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Il 10 febbraio ricorre il Giorno del Ricordo istituito con legge n. 92 del 30 marzo 2004 in memoria delle vittime delle foibe. La tragedia delle Foibe, nelle quali i partigiani comunisti fedeli a Tito gettarono, tra il 1943 e il 1945, migliaia di italiani e il dramma degli esuli istriano-dalmati, costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, seguita alla sconfitta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, è una delle pagine più dolorose della storia del nostro Paese. Analoga condanna esprimiamo per lo sterminio che commemoriamo il 27 gennaio con la Giornata della Memoria e analoga condanna per ogni forma di intolleranza, molestia e violenza contro persone o comunità su base etnico e religiosa che viviamo anche nel quotidiano. Bisogna avere consapevolezza del passato per riflettere sul presente e per evitare gli stessi errori in futuro.  Non a caso il nostro legislatore per gli eccidi in commento usa la locuzione “Giornata della Memoria e“Giorno del Ricordo”: sì, perché se avere consapevole memoria dei massacri razziali ci mette di fronte alle responsabilità che abbiamo avuto in determinati periodi storici come popolo, diventa anche la “cura” per riflettere sui valori e sui principi della nostra Comunità. È importante celebrare con consapevolezza la giornata del Ricordo, così come la Giornata della Memoria proprio come facciamo per l’Anniversario della Liberazione italiana, la Festa della Repubblica, l’Unità Nazionale, perché tutti comprendiamo il cammino percorso fino ad oggi, perché tutti ricordiamo il valore delle Istituzioni, perché tutti riconosciamo il contributo fin qui assicurato da ogni libero Cittadino.

Le nostre scuole che educano e istruiscono con grande senso di responsabilità le generazioni future fanno un enorme lavoro di studio, confronto, riflessione e condivisione per mantenere vivo il ricordo di tali tragedie nella coscienza dei ragazzi e di riflesso in quella delle loro famiglie, ma ognuno di noi deve fare la sua parte come istituzione e come cittadino e ricordare per non dimenticare.

Facciamo nostro il monito di Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.

I consiglieri comunali

Gaetana Crisci

Alessandra Vigliotti

Aniello Amoroso

Redazione