00 3 min 2 settimane

Il Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, unitamente ai militari del Comando Provinciale di
Salerno, Napoli e Terni hanno dato esecuzione ad una “Ordinanza applicativa di misure cautelari personali e
reali” — emessa dal GIP di Salerno su richiesta della locale Procura — nei confronti di quattordici indagati,
gravemente indiziati a vario titolo per i reati di Bancarotta Fraudolenta, Riciclaggio e Autoriciclaggio, con la
quale sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di due indagati, di cui uno residente in territorio
iberico, nonché il sequestro 1 per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro.
Secondo la ricostruzione accusatoria, la società BUSHOP S.r.l., operante sul territorio nazionale per la vendita di
prodotti informatici a mezzo online, avrebbe richiesto alla società NEXI, n. 3319 richieste di storno presentate
dai clienti a causa della mancata consegna dei suddetti beni precedentemente venduti, per un totale di €
883.462,01. La NEXI aveva provveduto a riaccreditare le indicate somme sulle carte di credito dei clienti che
avevano effettuato gli acquisiti e richiesto il rimborso, senza ottenerlo per incapienza patrimoniale della
BUSHOP. Secondo I’ipotesi accusatoria, peraltro, tale ultima società avrebbe disposto delle somme ricevute dai
clienti attraverso plurimi bonifici ad altri soggetti (destinatari della misura cautelare reale) senza valide ragioni
economiche ovvero avrebbe utilizzato tali somme per costituire nuove persone giuridiche a loro volta destinate a
reiterare la commissione degli indicati delitti.
Di fronte alla insolvenza della BUSHOP l’Ufficio di Procura chiedeva ed otteneva dal Tribunale la sua
liquidazione giudiziale, all’esito della quale veniva ipotizzato il delitto di bancarotta fraudolenta documentale,
patrimoniale ed impropria, ed ipotizzando la presenza di amministratori di diritto e di fatto che, in concorso tra
loro, anche avvalendosi dell’opera di un dottore commercialista, avrebbero cagionato dolosamente il fallimento
della società, oltre a distrarre il patrimonio aziendale, recando così un pregiudizio ai creditori.
Il provvedimento eseguito, trattandosi di misura cautelare, è soggetto ad impugnazione innanzi al Tribunale per il
riesame e le ipotesi di reato contestate dovranno essere sottoposte al vaglio del giudice dibattimentale.

Redazione