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MADDALONI- “E basta con la pappa del cuore”, i “buoni sentimenti a buon mercato”, con il “sentito dire e le indigeste sgrammaticature prezzolate sotto dettatura”. Superato il limite del buon gusto e la misura del buon senso. In occasione dei 100 anni dalla nascita di don Salvatore d’Angelo (1920 – 2020), sabato 25 gennaio 2020, familiari, ex allievi, ed ex amministratori prendono le distanze anche dall’amministrazione comunale. Il più determinato è l’ex sindaco Franco D’Angelo.

Avevate garbatamente preso le distanze non partecipando alla messa e solo la presenza alla posa della lapide in onore del maddalonese illustre don Salvatore D’Angelo. Perchè ritornare sull’argomento?

Perchè si stanno leggendo cose che offendono le memoria di don Salvatore, i buoni sentimenti dei maddalonesi e la verità. Maddaloni ha bisogno della verità e non della solita doppia morale di chi in pubblico fa pubblici elogi e in privato critiche documentate. Basta con il buonismo di facciata. Se c’è una lezione di don Salvatore è questa: “Dire anche in pubblico quello che si pensava delle persone in privato”. Invece sembra che tutti, nessuno escluso, facciano a gara a chi spara l’ipocrisia più grossa.

Un giudizio durissimo….

Se in questo lembo di territorio senza memoria e senza speranza si avesse ancora un briciolo di coraggio per dire la verità, domani all’omelia si direbbe: “Caro don Salvatore ti chiediamo scusa. Abbiamo sperperato il tuo patrimonio materiale e quello morale”. Ma nessuno ha questo coraggio. Dico nessuno. Si preferisce trasformare l’omaggio in passerella; la riflessione nel festival dei luoghi comuni magari nella speranza di produrre buona stampa affinchè il Tribunale sia clemente. Non si sa mai. Non una parola sul disastro finanziario. Siamo seri: chi ha paura di dire la verità è nemico di don Salvatore.

Giudizi netti e senza appello…

Vogliamo dire la verità documentata? Ebbene il film “Solo Dio mi fermerà” racconta un Villaggio che non c’è più. Questo ente non è più l’ente di don Salvatore. E’ nato nel 2014 con ben atri scopi statutari. Quindi omaggiare quello che si è voluto far morire è un’offesa che da testimoni, familiari e veri allievi non possiamo tollerare. Il Villaggio di don Salvatore era assistenza. Oggi, ci sono appena 160 studenti di scuole private che pagano la retta. Nulla di più lontano dall’idea originaria. Si continua a parlare di cose volontariamente sepolte mentre si balla su un mare di 33 milioni di euro di debiti. Il naufragi finanziari sono sempre faccenda spinosa. Si possono avere mille idee ma se ne discute. Ma non a Maddaloni ove non si pratica la speranza. Ne avete sentito parlare di tutto questo da qualcuno in questi giorni, queste settimane, questi mesi? Ripeto che chi non ama la verità non ama don Salvatore.

Per essere sintetici, perchè continua a dire che don Salvatore è morto tre volte?

E’ morto tre volte e ne ho pure i documenti. E’ morto nel maggio del 2000 per cause naturali. E’ morto di nuovo appena qualche settimana dalla sua dipartita quando i dipendenti, con un documento discutibile, vollero l’avvento dei Legionari di Cristo. E’ tutto documentato e ci sono anche i testimoni. Tutti messicani e tutti allievi di Marcial Marciel (lo stesso ridotto al silenzio da papa Ratzinger). E’ morto la terza volta nel giugno 2014 quando, nello studio di un notaio di Santa Maria Capua Vetere, fu fatta morire l’ex Ipab di don Salvatore (e le sue volontà testamentarie) la sua creatura più importante ma non l’unica come qualcuno vuol dare da credere. Tutto documentato e certificato. Al cospetto di quanto è successo, le dichiarazioni zuccherine di questi giorni ci fanno sorridere. Volete la melassa dei buoni sentimenti? Non volete la verità? Allora noi testimoni della vita di don Salvatore, in onore alla memoria, ci dobbiamo sottrarre a questo giro di walzer. Don Salvatore era troppo uomo vero, troppo sacerdote, troppo maddalonese per meritare tutto questo.

Redazione