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MADDALONI- Per i non addetti ai lavori o semplicemente per i più distratti è difficile tenere il bandolo della matassa del dibattitto serrato che si sta sviluppando del Movimento Cinque Stelle. Conte e le sue strategia, poi Di Battista e le sue esternazioni e infine i fermenti dentro il movimento. Per orientarci abbiamo chiesto lumi e qualche chiarimento a Carlo Scalera.

Che sta succedendo in queste ore di intenso dibattito?

Il dibattito è la parola giusta. Ma mi rendo conto che non tutti sono d’accordo con me sulla questione di Di Battista.
A me interessa che il movimento si rimetta in piedi e scende tra la gente. Sembra che ora Di Battista, in previsione delle prossime politiche voglia scendere in campo.

Per fare cosa?

Per formare un altro movimento. Ma non penso come quello che gli ha dato popolarità, perché sarebbe un copia incolla e avrebbe vita breve. Credo che sarebbe solo un fallimento e forse avrebbe l’unico scopo di indebolire il nuovo movimento di Conte.

E come si esce da questo dibattito così serrato?
Dico questo, e lo dico per esperienza, la politica ovvero la buona politica, si deve fare con amore e disciplina,
lealtà ed onore. Ma siamo concreti e realisti: se non ha il 51% devi per forza allearti con altri partiti (quelli più simili a te), perché chi fa le leggi è in maggioranza non all’opposizione, e se fai sempre opposizione non riesci neanche a misurare il grado di competenza della persona.

Quindi avanti con l’attuale impegno?

È inutile nascondersi, anzi fatelo presente a Dibba, servono voti e non parole al vento. Detto ciò, concordo e lo ripeto che si sta iniziando a lavorare bene, le piazze ci aspettano e ci applaudono.

Ma quale è la priorità in questo momento?

Intanto è importante che Giuseppe Conte dia, prima, un’identità politica chiara e precisa al M5S.

Riallacciare il collegamento emotivo con la base?

Ridare quella sensazione all’elettorato del M5S che anche da soli si può aspirare a prendere un 25-27%, al di là di una possibile alleanza con i partiti del Conte II tranne con Italia Viva.

E per fare questo che serve?

E per fare questo si deve ritornare sui territori. A Caserta, con Agostino Santillo e Giuseppe Buompane e altri si è iniziato questo percorso. Siamo chiari: non facciamo ora che, passate le amministrative, si ritorna di nuovo nell’oblio. Anzi cerchiamo di lavorare per dimostrare a Di Battista che benissimo può scendere al nostro fianco, perché tutti vogliamo un Italia migliore e ce la possiamo fare.

Redazione