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“Dopo 23 anni di carriera mi avete fatto emozionare, vedevo le partite di Spalletti lo scorso anno e speravo di allenare una squadra così”

Mi avete fatto fare una corsa per venire qua, sono sudato…“: inizia così la prima conferenza stampa di Walter Mazzarri, tornato sulla panchina del Napoli a distanza di 10 anni, con il compito di rimettere i campioni d’Italia sui giusti binari dopo la parentesi Garcia. “Ora devo stare attento a come parlo, perché questa è la squadra più forte che io abbia mai allenato. Sono famoso per lamentarmi ma ora non mi lamento più. Sono un altro Mazzarri. Spalletti ha fatto un capolavoro, mi emozionavo a vedere il Napoli. Quando vedi una squadra così speri di poterla allenare e grazie al presidente spero di poterlo fare almeno fino a fine anno. Con De Laurentiis c’è stato un equivoco e non ci siamo sentiti per un po’. Poi ci siamo chiariti e ora ci diamo del tu“.

Quale diventa l’obiettivo della stagione?

Ai ragazzi ho detto che probabilmente una squadra non abituata a vincere scudetti era fisiologico che avesse un calo quest’anno. Anche inconsciamente. Era fisiologico che sarebbe stato più difficile. Con la mia esperienza devo fargli capire i pericoli. Dirgli che non dobbiamo sottovalutare niente“.

Il calendario è subito complicato…

Sono nato per soffrire… Ho esperienza anche nei subentri. Ho parlato con pochi per ora e detto loro che sarò qui a vigilare sui particolari. Ora giocheremo ogni 3 giorni, ci sarà tempo di stare insieme in ritiro“.

Manca intensità per tutti i 90 minuti, è appagamento inconscio o di condizione?

Siamo arrivati da poco, abbiamo fatto partitine e da 10 minuti. Poi io subentro ad un allenatore che ha un curriculum e non lo criticherò mai. Non sono in grado di dire i motivi, poi non criticherei mai chi ha lavorato prima“.

Quale sarà la scelta domani per quanto riguarda il centravanti? Come sta Osimhen?

Victor è un ragazzo stupendo, generoso, solare. La prima cosa che gli interessa è vincere con la squadra. Sta rientrando e sono contento, anche lui l’ho visto poco. Per domani non mi piace dare vantaggi agli avversari. Raspadori e Simeone hanno diverse caratteristiche, uno più tecnico e uno più simile a Osimhen. Valuterò questo aspetto ma anche altri, vedendo chi è più fresco. Ma non voglio che dare vantaggi a un grande allenatore come Gasperini“.

Qualcuno le dà del bollito…

Il bollito se è buono lo mangio anch’io. Sono talmente esperto che non rispondo a queste sciocchezze“.

Pensate ancora allo scudetto? Ripartirà dal 4-3-3?

A Coverciano lo sanno, sono uno degli allenatori che può fare qualsiasi modulo, mi chiamano per fare lezioni agli altri. Per ora penso a far giocare la squadra come è abituata a fare e quando sarò più padrone della situazione deciderò se cambiare. Se non si ricomincia a vincere è inutile pensare allo scudetto. Pensiamo prima a tornare a vincere, l’ultima è stata persa“.

Cosa sente nel vedere il tricolore sulla maglia del Napoli?

Napoli per me è casa mia. Il presidente mi ha fatto vedere uno spezzone del film sullo scudetto che uscirà e mi venivano i brividi, avevo la pelle d’oca. Sono entusiasta di essere qua, da quando sono andato via i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. Avevamo fatto tanto, a quei tempi arrivare secondo partendo da dove eravamo partiti… Quella scalata è partita da me, è un merito che mi prendo. Napoli è una grande piazza: soddisfazione ma anche grande responsabilità“.

Paragoni tra Osimhen-Cavani e Kvara-Lavezzi?

Con Osimhen ho parlato 2 minuti ma a vederli da fuori sono simili. Cavani aveva un grande feeling con me e se c’è quello il giocatore corre anche per l’allenatore. Osimhen mi dà la stessa sensazione, hanno la stessa idea di gioco. Se ricordate facevo sempre il 4-3-3 con le mie squadre quando dovevo vincere, alzando un centrale di 10 metri. Non è mai stato un problema questo. Kvara-Lavezzi? La posizione è uguale, ma le caratteristiche sono diverse. Lavezzi non rientrava come fa Kvara, non aveva voglia e il fiato per fare tutta la fascia, altrimenti scoppiava. Era un calcio diverso. Ruoli simili, ma giocatori diversi. Più facile il paragone Cavani-Osimhen“.

Sperava di ritornare a Napoli una volta andato via?

Domanda che mi sono fatto anch’io quando decisi che era finito il mio ciclo. Quando arrivi secondo, dentro di me ho detto «se non facciamo un salto di qualità sugli acquisti è difficile fare meglio». La rosa mi conosceva dopo 4 anni, era difficile stimolarli e dovevo fare meglio del secondo posto. E ho pensato che non sarebbe stato facile“.

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Luigi Ottobre