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MADDALONI- La “Maddaloni illegale” non finisce mai di stupire. E’ più vasto e ramificato del previsto il “cimitero d’auto abbandonate” in pieno centro. Un argomento inquietante che non entra o sfiora solo il chiacchiericcio della politica locale che si guarda l’ombelico. Con una eccezione:il sindaco Andrea De Filippo che, da semplice candidato aveva già denunciato e segnalato l’emergenza. E adesso da sindaco ha ridato disposizioni per rimuovere le carcasse di veicoli: tutte senza assicurazione, fatiscenti, semisfasciati quindi pericolosi. Ma si è rivelata più complicata e ramificata del previsto l’azione affidata ai vigili urbani. Molte vetture (area ex Iacp di via Serao) sono state rimosse. Di quelle che resistono qualcuna continua a perdere liquidi e qualcun’altra ha vetri e lunotti sfondati. Tutte sono abbandonate da mesi o anni. Per giunta, sotto il cavalcaferrovia di via Libertà, le auto in sosta perenne (stando ai primi rilievi della Polizia Muncipale) sarebbero state sequestrate e per giunta abbandonate dai proprietari. Il luogo è diventato un deposito giudiziario di fatto che sottrae gli unici posti auto del solo parcheggio esistente che serve la vicina stazione ferroviaria di Maddaloni Inferiore. Dalle indagini in corso sembrerebbe che alcune vetture, appartenenti al parco macchine dello “scasso urbano” siano riconducibili addirittura ad una ipotetica impresa del Nord Italia. Oltre le suggestioni e le indagini, che restano riservate, c’è finalmente un punto fermo: si stanno valutando i tempi tecnici di abbandono per far scattare le procedure di rottamazione coatta. Ma ci sono abbandooni e abbandoni. In via Giordano Bruno ad essere abbandonato è addirittura un furgone che occupa larga parte della carreggiata. Secondo i residenti si è persa memoria di quando l’ultima volta è stato visto in movimento. Resta il degrado e lo sconcerto verso una pratica che trasforma gli spazi pubblici in ripostigli o rimesse private. Va bene la mobilitazione amministrativa purchè non sia risucchiata nella palude degli adempimenti burocratici. C’è una certezza: questo degrado, che prima di tutto è un modo di concepire la città e vivere o utilizzare gli spazi collettivi e condivisi, è destinato a crescer esponenzialmente. Senza una forte mobilitazione, il cimitero delle auto abbandonate non sarà mai debellato del tutto.

bocchetti