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MADDALONI- La coperta è corta. Lavoro disponibile solo per 50 edili su 70. E il reinserimento lavorativo avverrà a scaglioni, con contratti a termine e non per tutti. Finalmente ci sono le aziende incaricate, dopo le rescissioni di contratto dello scorso dicembre, di completare l’Interporto Su Europa. Si tratta di Sogesa, Gnarra Costruzioni, Calabit, Cacem e Temar (gruppo Edimo). Il problema è che la “certezza di ritornare i cantiere esiste solo per 16: 12 in forza alla Sogesa e 4 alla Gnarra. Ma si tratta di impieghi subordinati al completamento delle opere affidate. Non ci sono prospettive occupazionali future se non subordinate a nuove commesse. Non pervenute invece le altre aziende. Tanto che Filca e Feneal, con una nota congiunta, chiedono che «di fermare la Calbit, Cacem e Temar, che hanno iniziato i lavori ben oltre gli avviamento propedeutici ai cantieri, in assenza di accordi sul recupero dei lavoratori di bacino». Difficilmente si tornerà ai livelli occupazionali dello scorso anno. E tutti gli esclusi dal riassorbimento occupazionale resteranno legati alle indennità di disoccupazione. Sotto forme diverse la crisi occupazionale continua. Anzi si complica.

Redazione