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“Non temiamo il presente, perché siamo saldi nella memoria”.

Questa la frase scelta dalla nostra Diocesi, insieme a quella di Capua e tante altre associazioni attive sul territorio, per la 13° commorazione della strage di Castel Volturno. Un fatto di cronaca che proprio non riusciamo, e non vogliamo dimenticare.

La nostra Caritas Diocesana, a livello nazionale, è nota per il suo impegno in prima linea nella lotta per diritti dei migranti e per il contrasto dello sfruttamento lavorativo della manodopera straniera. E quella tragica notte, del 18 settembre 2008, è un tassello fondamentale del nostro impegno.

Noi li conoscevamo tutti. Uno ad uno. Erano nostri beneficiari ed assistiti, e abbiamo difeso la loro reputazione sino all’ultimo. Perché a da morti, non volevano dare lor pace. Ricordiamo i primi articoli sul giornale, e i primi servizi in televisione: regolamento di conti della camorra, per questione di spaccio di droga.

Non potevamo stare zitti. Noi vi conoscevamo. Chi era un onesto bracciante agricolo, chi un onesto muratore, chi un onesto sarto, chi un onesto barbiere… Non si poteva tacere. E quindi la scelta, senza indugio, di costituirci anche noi come parte civile nel processo contro Setola con un e un solo obiettivo: fare emergere la verità. E vincemmo, tutti. La vostra innocenza fu provata, e l’Italia intera scoprì il vero cancro di Castel Volturno: una camorra che guadagna su tutto, compreso lo sfruttamento lavorativo ed abitativo degli stranieri.

Gli anni passano, ma noi no. Sempre in prima linea, e “forti nella memoria”, per affrontare il presente, appunto. Oggi siamo attivi in tutta la provincia in varie azioni: contrasto dello sfruttamento, campagna vaccini, assistenza per le prime necessità… Ed è bello pensare che anche quest’anno, due diocesi e tantissime associazioni si ritroveranno lì, su quel tragico punto della via Domitiana, a rinnovare le proprie promesse.

Il tempo passa, il mondo dimentica, noi no.

Gian Luca Castaldi (Settore Immigrazione Caritas Diocesana)

Redazione