00 5 min 4 anni

La Polizia di Stato e la Police Judiciare Federale Belga nella decorsa notte hanno eseguito un’operazione, di respiro internazionale, che ha permesso la cattura di numerosi soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di duplice tentato omicidio nei confronti di Distefano Maurizio e Nicotra Carmelo, porto abusivo di armi, danneggiamento, ricettazione, tutti reati consumati il 23 maggio 2017 in Favara, provincia di Agrigento.Invero, le investigazioni hanno fatto luce sull’intera faida che dal 2015 al 2018 ha insanguinato le strade di Favara, Liegi e dintorni, contando, infine, cinque omicidi e cinque tentati omicidi, alcuni dei quali, mai denunciati.L’inchiesta, in questi anni, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di palermo e della Procura di Liegi con l’indispensabile ausilio delle Agenzie Eurojust ed Europol.Per l’Italia le indagini sono state svolte dal Servizio Centrale Operativo, dalla squadra mobile di Agrigento e dalla squadra mobile di Palermo; per il Belgio dalla POLICE FÉDÉRALE JUDICIARE DI LIEGI.Per la prima volta, dopo l’introduzione della specifica norma, la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo proponeva, mediante Eurojust, la creazione di una J.I.T., Joint Investigation Team, ovvero una squadra comune internazionale di investigazione, con competenza su tutti gli Stati partecipanti.L’operazione di questa notte ha permesso la cattura in Belgio di tre soggetti, in esecuzione di altrettanti mandati di arresto europei. Per tali catture si è avuta la collaborazione delle PROCURE di LIEGI, BILZEN e LA LOUVIERE. Quattro soggetti sono stati catturati a Favara.Sono state eseguite anche 15 perquisizioni, con l’impiego di circa 100 tra poliziotti italiani e belgi, personale del REPARTO PREVENZIONE CRIMINE e del REPARTO VOLO di Palermo, unità cinofile di Catania e Palermo.Due soggetti, sono stati catturati in Belgio a cura di un team congiunto di polizia italiana e belga, in esecuzione di tre mandati di arresto europei all’uopo emessi.Nel corso dell’operazione sono state sequestrate una pistola in Belgio e tre in Italia.Le attività di indagine sviluppate riguardano una molteplicità di eventi omicidiari e altre gravi condotte delittuose legate al traffico di sostanze stupefacenti, verosimilmente commesse da due gruppi contrapposti operanti tra il Belgio e l’Italia, in particolare nella provincia di Agrigento.Le investigazioni, avviate con la DDA di Palermo, hanno permesso di ricostruire l’evoluzione e le condotte delittuose di una consorteria, inizialmente coesa, ma che per vicende legate alla gestione dei traffici illeciti, subiva una scissione, ingenerando la creazione, al suo interno, di due gruppi contrapposti.Gli investigatori ricostruivano la dinamica del primo evento delittuoso verificatosi a Liegi nel settembre del 2016 ai danni di JAKELICH Mario, deceduto, e di DISTEFANO Maurizio; nel prosieguo delle indagini, ritenevano d’individuare, nell’uccisione di Carmelo BELLAVIA, detto Melo Carnazza, avvenuta nel gennaio 2015 a Favara, l’origine della faida.L’articolata e complessa indagine, svoltasi attraverso attività tecnica, riscontri probatori – anche delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia – assunzioni di prove all’estero, accertamenti medico legali e scientifici, ha permesso di ipotizzare la presumibile dinamica riguardo 5 omicidi e 5 tentati omicidi – alcuni dei quali mai denunciati – succedutisi nel tempo e commessi tra Liegi e Favara, tutti riconducibili a due gruppi criminali contrapposti.Nell’ordine:Omicidio in danno JAKELICH Mario e contestuale tentato omicidio in pregiudizio di DISTEFANO Maurizio, avvenuto a Liegi il 14 settembre 2016;omicidio di CIFFA Carmelo il 26 ottobre 2016, a Favara.;micidio di SORCE Baldassare, a Sclessin, sobborgo di Liegi, il 3 maggio 2017;tentato duplice omicidio in pregiudizio di NICOTRA Carmelo e DISTEFANO Maurizio del 23 maggio 2017 a Favara;omicidio di FERRARO Emanuele verificatosi a Favara, l’8 marzo 2018.Altri due tentati omicidi sarebbero stati commessi ai danni dei protagonisti della faida ma dagli stessi mai denunciati.L’operazione MOSAICO ha permesso di ricostruire, tassello dopo tassello, le dinamiche criminali, oltre che della faida operante tra la provincia agrigentina e il Belgio, e raccogliere elementi decisivi in riferimento alla gestione del traffico di stupefacenti, e in qualche occasione di armi, sull’asse Italia-Belgio.Il GIP nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha fatto propria la tesi investigativa degli organi inquirenti, evidenziando la qualificata probabilità di colpevolezza nei confronti degli odierni destinatari delle misure, e in particolare sposando la tesi della sussistenza dell’utilizzazione del metodo mafioso nella commissione dei delitti contestati.Le indagini proseguiranno su ulteriori profili ritenuti di assoluto interesse investigativo.
Fonte: Polizia di Stato – Ufficio Stampa

Redazione On Line