00 2 min 3 anni

MADDALONI- Oltre i luoghi comuni. Oltre la rimozione della verità storica e pure oltre il rituale delle commemorazioni. La tragedia delle foibe e degli esuli, a Maddaloni, sarà scolpita nel marmo. Riscossa Maddaloni ha deciso di realizzare una stele “affinchè il ricordo diventi permanente”.

Peppe Vigliotta come mai avete deciso di soprassedere alle celebrazioni del 10 febbraio e di spostare l’evento in primavera?

Per due motivi. Uno è contingente legato ai problemi causati dalla pandemia. Un secondo di ordine pratico: abbiamo commissionato una stele commemorativa che sarà posizionata nella villa don Salvatore D’Angelo. L’obiettivo non è solo celebrare ma anche insegnare quello che un anonimo autore istriano scrisse: «Un giorno forse si racconterà di un popolo che per vivere libero andò a morire lontano».

Quindi aspettate tempi più adatti per una vera manifestazione?

Si vogliamo che la stele, in memoria delle vittime delle foibe, diventi un luogo di riflessione e un simbolo per le giovani generazioni. Abbiamo l’obbligo di tenere vivo il ricordo dell’eccidio di migliaia di italiani, imprigionati nei campi di concentramento, uccisi e gettati nelle foibe dalle milizie del regime di Tito e dai suoi sostenitori.

Insomma, aprire una breccia nel muro del silenzio?

Non solo. E’ necessario ricordare che le tragedie furono due. La seconda fu l’esodo giuliano dalmata che vide centinaia di migliaia di italiani costretti ad abbandonare le loro case in Istria e Dalmazia.

Redazione