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MADDALONI- La strana storia alla rovescia. Il Comune di Maddaloni combatte, in splendida solitudine e in silenzio, la lotta contro i “cimiteri dei veleni”. Così, a difesa del nascente casello autostradale sull’A30 ha da due mesi (dicasi due) attivato la terza bonifica sblocca cantieri in appena due anni. Fatti e non proclami: il 19 febbraio scorso (via pec) allerta sul ritrovamento (già noto di rifiuti) e dopo analisi di cantiere, la Prefettura, l’Arpac, il settore ecologia della provincia e della Regione. L’universo mondo degli enti competenti. Fa di più: già predispone e finanzia un primo intervento di caratterizzazione e rimozione in sicurezza. Ma non si tratta di una scoperta sensazionale: già era noto che il sito (dove dovrà sorgere la rotonda di accesso alla bretella del casello) era stato sequestrato ed era stato usato come sversatoio clandestino di rifiuti. Sul caso, il Comune, il R.u.p. ing. Stefano Piscopo e il sindaco Andrea De Filippo stanno lavorando da tre mesi. E hanno trovato anche le soluzioni. Ma tutto ad un tratto il coro: le stelle cadenti, la meteorine della politica e gli strilloni scoprono le discariche già scoperte. Portiamoci avanti con il lavoro e facilitiamo gli strilli degli strilloni, stelline cadenti e meteorine: preparate altri due proclami a sensazione. Per la cronaca e i prossimi proclami, l’ing. Antonio Tosi (Autostrade) ha già coordinato la «bonifica degli ordigni bellici e la rimozione dei rifiuti speciali sepolti lungo via Santafede (una discarica lunga centinaia di metri parallela alla carreggiata autostradale) nonché gli interventi di pulizia dei fondi» che ospitano il cantiere. Due comunicati ci stanno. Ora resta irrisolto un interrogativo: se diventa sensazione quello su cui ci sta lavorando da due mesi, come potrà salvarsi dal degrado questo territorio che i più ignorano? E come potrà salvarsi se esponenti delle istituzioni nazionali e persino i consiglieri comunali non sanno cosa sta facendo, nel bene o nel male, il comune in cui sono stati eletti?

Redazione