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La lunghissima attesa di un intervento auspicato da 33 anni. Il sito resta sotto sequestro per un provvedimento della Procura della Repubblica del 2014

MADDALONI- Pensare ad un asporto dei rifiuti riesumati, quasi certamente, non è realistico. E’ certo invece che la Regione Campania ha avviato la fase esecutiva di lavori forse per il tombamento e non l’asporto delle 300 mila tonnellate di rifiuti speciali occultate nell’invaso dell’ex Cava Monti, sito sequestrato dalla Procura della Repubblica. Dopo che Invitalia ha curato la progettazione esecutiva, si passa all’affidamento dei lavori finanziati con 15 milioni di euro. Fino ad oggi, è stata l’Arpac a controllare tutte le operazioni propedeutiche alla «messa in sicurezza del sito» ottenendo un risultato macroscopico e molto significativo come lo spegnimento delle fumarole. Con la fine delle esalazioni caustiche in atmosfera di vapori di benzene, toluene, xilene sono drasticamente diminuiti i disagi. In attesa di conoscere nel dettaglio l’avvio dei lavori, resta la questione (che non sarà risolta subito senza la messa in sicurezza) delle ordinanze che interessano gli agricoltori di Maddaloni e di San Marco Evangelista. Per la tenuta interferenza con le falde freatiche, da sei anni è stato interdetto l’utilizzo di 61 pozzi irrigui sottoposti a sequestro. In aggiunta, vige un’ordinanza che vieta la coltivazione e la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli entro un raggio di 500 metri dall’invaso.

Redazione