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Dopo 75 anni di onorata attività politica, oggi si è celebrata la storia: il primo partito della sinistra della filiera Pci-Pds-Ds-Pd è scomparso dal consiglio comunale

MADDALONI- Minuto di silenzio virtuale celebrato nella prima seduta del consiglio comunale. E’ morto il Pd, via il Pd. Dopo 75 anni di onorata attività politica, oggi si è celebrata la storia: il primo partito della sinistra della filiera Pci-Pds-Ds-Pd è scomparso dal consiglio comunale. Il delitto perfetto, consumato dagli amanti della sedia garantita, è perfettamente riuscito. A dare il ferale annuncio è stato il democristianissmo Andrea De Filippo che, nella sua lunga militanza politica, mai avrebbe immaginato di celebrare il funerale politico dei Dem. Uno dei principi portanti della sinistra è questo: “Gli assenti hanno sempre torto”. Gramscianamente tradotto significa che la politica è militanza: “Chi diserta ha torto”. Chi si candida nelle civiche, statuto alla mano, dovrebbe essere espulso o passibile di provvedimenti disciplinari. E’ accaduto nel 2018 e non si comprende perché non debba succedere ancora nel 2023. La cosa peggiore che possa accadere è il trasformismo al quadrato: l’uscita dal partito e il ritorno, come il figliuol prodico, alla casa del padre. Se già inspiegabile è la fuga verso la poltrona sicura. Non lo sarebbe il ritorno. Se accadrà il passaggio dalla sinistra “falce e martello” alla sinistra “salsiccia e friariello” è stato completato. Elezioni ammnistrative 2010: scompare la sinistra estrema ovvero collassano i rifondatori e i vari epigoni dei comunisti italiani. Amministrative 2023: il Pd chiude i battenti, dopo aver celebrato la retorica delle primarie e la figuraccia delle “tessere pezzotte”. E’ il degno epilogo indecoroso dopo averci deliziato nel 2017 con la battaglia delle primarie, prima celebrate, poi avversate e infine culminate nella sconfitta al ballottaggio. Poi, con la lista tenuta in piedi a stento, dopo la fuga degli espulsi, nel 2018. E ora, siamo al tafazziano automartellamento degli attributi. E’ la fine di un partito «logorato dalla sua stessa mancanza di idee» e dalla logica dell’affiliazione o appartenenza al referente regionale di turno. Siamo chiari: mai un caporale di giornata è diventato un generale e nemmeno un valente soldato di ventura. E’ il trionfo della politica irresponsabile che fa dell’opportunismo e del piccolo cabotaggio personale l’orizzonte massimo del proprio impegno in politica. Con buona pace delle chiacchiere, copiate e incollate, in campagna elettorale.

Redazione