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MADDALONI- Tramontata l’ipotesi, per anni caldeggiata di un utilizzo (sebbene parziale) della caserma Rispoli dopo la dimissione. Cancellata la prospettiva di una nuova locazione. E’ entrato nel vivo il confronto, tra il manager dell’Asl e il sindaco, sul «ripristino, potenziamento e rilancio dei servizi sanitari». Anche alla luce dell’ultimo documento unitario del consiglio comunale, serve disperatamente una sede per accogliere tutti i servizi ambulatoriali gerarchicamente riconducibili all’assistenza territoriale del distretto sanitario 13. La struttura, oggi allocata in un condominio, non è affatto in grado di erogare, al meglio né i servizi ambulatoriali ordinari e tantomeno quelli destinati ai pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la «riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica». C’è una svolta risolutiva: ci sono i fondi (circa due milioni di euro) e pure il terreno (di proprietà comunale) per la costruzione ex novo per la costruzione di una nuova sede operativa, diversa da quella attuale di via Caudina, che abbia i abbia i «requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi, per l’ausilio integrato all’ assistenza dei medici di base, e dare risposte ai tanti pazienti con patologie croniche o minori oggi senza servizi adeguati». Individuata l’area in via Campolongo dove dovrà sorgere l’anello mancante tra la medicina di base e i servizi ospedalieri a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’attuale Covid Hospital. C’è una grave carenza nei livelli essenziali della medicina territoriale e di strutture e sedi. A cominciare dalla mancanza di una sede per il SerD (servizio delle dipendenze) tanto che il 30 per cento degli utenti in carico,  provenienti da a   Maddaloni, San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, Arienzo, Cervino e Valle di Maddaloni, hanno smesso di sottoporsi a politiche i riduzione del rischio, controllo e terapie contro le dipendenze presso la struttura casertana di via Feudo San Martino.

Redazione