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L’annuncio dell’apertura dell’ampliamento di via Baldina e della costruzione della fogna in via Cancello. La rotonda, costruita da Provincia priva dell’arredo urbano, dei transiti pedonali previsti, é difforme rispetto al progetto inziale. L’ente locale blocca l’acquisizione e la gestione al patrimonio comunale

MADDALONI- Detto, ridetto e pure ripetuto. Oggi, «De Filippo pantocratore» (dal gr. παντοκράτωρ -τορος, comp. di παντο- «panto-» e tema di κρατέω «dominare») ha annunciato quello che già era stato annunciato, anzi già i scritto. Oggi, si sono compiute le scritture: cominciano, cominceranno, stanno per incominciare i lavori di ampliamento di via Baldina e di realizzazione della fogna di via Cancello. Scritto, riscritto e ridetto; insomma, si tratta degli 8,2 milioni di euro della compensazione per i lavori dei lavori della Bari-Napoli. Quello che non è stato, come al solito, detto è che non sarà un investimento a pioggia. Sarà di tipo «forfettario»: alla stipula della convenzione il comune ha ottenuto il 10 per cento dell’investimento; poi il 40 per cento alla consegna dei lavori (con opere realizzate almeno al 75 per cento) e il saldo al collaudo. Ma quello che è stato ripetuto è il mantra del finanziamento messo a rischio da quel mattacchione del commissario straordinario. Una mezza verità perché il finanziamento era dovuto per legge, da Trenitalia, Rfi e Regione Campania. E poi c’è la solita mezza bugia raccontata, da tre anni, da consiglieri regionali, da consiglieri comunali e altri ancora, che si sono intestati il merito del salvataggio di un finanziamento dovuto. E’ la soluta storia: i meriti sono di tutti (con una folla di rivendicazioni), i problemi (compresi quelli storici e macroscopici di via Cancello e dintorni) non hanno padri.

Rotatoria e sottopasso difformi

E’ il caso della rotonda con sottopasso o «svincolo a rotatoria», realizzato dalla provincia e che ha sostituito l’infernale incrocio semaforizzato di via Cancello dove quotidianamente, si incolonnava il traffico extraurbano diretto al basso beneventano, ad Acerra, alla Nola-Villa Literno e all’Interporto. Tutti a salutare da rivendicare meriti. Ma visto da vicino, dopo 10 anni, due varianti e un’opera di risanamento strutturale (completata 10 giorni fa), il sistema multiple di rotonde e l’interramento dell’ex statale 265 non sarebbe a norma. E infatti, la Provincia di Caserta che ha investito oltre 3,5 milioni di euro a tentato di cedere la titolarità della struttura, rimasta per mesi senza illuminazione, per anni ricolma di rifiuti e senza pennelli di copertura. Innanzitutto, non si trova l’accordo inziale del 2015 che avrebbe dovuto regolare la gestione della infrastruttura. Ma soprattutto il progetto è incompleto: mancano i percorso pedonali protetti; l’arredo urbano con alberi, la cura delle aree verdi. Tanto è vero che l’assessore ai lavori pubblici, Giuseppe D’Alessandro vuole vederci chiaro.

Assessore basta con le opere pubbliche prese in carico dal comune a scatola chiusa?

Si tratta certamente di un’opera difforme rispetto al progetto iniziale. Vogliamo vederci chiaro sugli accordi originari, sugli avvenuti collaudi. Inoltre, mancano alcune opere fuori terra fondamentali come i passaggi pedonali originari e l’arredo urbano e le aree verdi.

Quindi, l’annunciato passaggio di consegne non si farà?

Prima, si deve fare una verifica puntuale di tutti gli atti.

Ma, in aggiunta, cosa non la convince?

Non convincono i pannelli fonoassorbenti che più volte sono stati sdradicati da mezzi pesanti che, in quell’area transitano con un’altra frequenza. E poi il costo di gestione, per il comune, sarebbe stimato in 30 mila euro all’anno.

E’ la solita storia: utilizzare i soldi del comune per garantire il transito su una strada soprattutto di rilevanza sovracomunale?

E’ la solita storia insostenibile per qualsiasi comune: con i bilanci comunali non si possono fare la manutenzione sulle ex tratte provinciali e le statali dismesse. Il caso più clamoroso sono l’Appia e l’ex statale 265 dei Ponti della Valle. Continuano a funzionare come collegamenti di rilevanza regionale ma i costi di manutenzione sono scaricati su tutti i comuni attraversati con risultati disastrosi ovunque.

Redazione