00 7 min 4 anni

Nei giorni scorsi, il Governatore De Luca si è fatto carico di una richiesta ai ministri del governo e in particolare al ministro dell’Istruzione Azzolina: alla luce dell’emergenza nazionale che il paese sta attraversando, ha chiesto di incrementare le figure professionali che più di tutte corrono grossi rischi, cioé medici, infermieri, ma anche docenti, che a Settembre dovranno farsi carico di un rientro complesso, mai affrontato, che richiederà un impegno altissimo.

Chissà se è la volta buona per quasi mille docenti della scuola dell’infanzia e della primaria della Campania, già vincitori di concorso nel 2016 e che da allora sono ancora in attesa di essere immessi nei ruoli.

LA DENUNCIA

Dopo 4 anni di lotte incessanti e richieste (talvolta al limite del dignitoso) , il Ministero della Pubblica Istruzione  ha concesso loro  la possibilità di poter accedere al ruolo con un sistema definito “call veloce” in base al quale gli “EVENTUALI” posti residuali dalle ordinarie immissioni in ruolo a livello nazionale,  possono essere concessi a chi ne fa richiesta (con una procedura non ancora stabilita e resa nota) a margine di un prezzo da pagare altissimo: 5 anni di vincolo alla mobilità.

In altre parole dopo aver sostenuto e vinto il concorso in Campania, a loro non è concesso ciò che spetterebbe di diritto, «scegliere» di trasferirsi, dopo 4 anni di attesa, in altra regione, sui posti che forse avanzeranno dalle immissioni in ruolo ordinarie e lì restare per 5 anni senza possibilità di ricongiungimento familiare, vanificando anche la legislazione a riguardo che tutela i diritti dei lavoratori. (legge 104/92).

«Briciole – dichiarano affranti – un contentino,  che ci costerebbe in tal caso, un prezzo altissimo; allo stesso modo, l’alternativa sarebbe quella di metterci in coda in altra regione, alle graduatorie vigenti del concorso straordinario 2018, all’epoca svoltosi per risanare la posizione di riserva di tanti colleghi non abilitati, attraverso una procedura semplificata che nulla a che fare con quella affrontata da noi due anni prima». 

È la triste situazione che attanaglia solo la Campania.

«I colleghi vincitori ed idonei delle regioni del Nord che hanno sostenuto il nostro medesimo concorso – continuano a denunciare -, sono in ruolo; hanno avuto il giusto riconoscimento per i sacrifici fatti nel 2016. Noi campani, allo stesso modo meritevoli , selezionati, con un grado di preparazione non discutibile, ci vediamo come sempre, dimenticati, e soprattutto non tutelati dalle istituzioni; perché lasciate che un corpo docenti tanto preparato vada altrove a portare conoscenza? Perché non ci avete assunti?».

LE STORIE

Dietro ai tanti nomi inseriti alla graduatoria ci sono persone, famiglie, storie diverse che oggi vivono tantissimi sacrifici per vivere.

«Chi si farà carico delle nostre famiglie? Chi si occuperà dei nostri figli e dei danni psicologici che ne saranno conseguenza?»

Maria Teresa ,di Napoli, laureata a pieni voti, costretta a fare la banconista in un supermercato. Due bimbi e il sogno di un ruolo che le renda giustizia.

Donatella, di Pollica, madre coraggiosa di tre bambini, colta, brillante, che ad oggi, aiuta l’azienda di famiglia facendo formaggio.

Gerardina, ogni mattina alle 4 parte dalla sua casa dell’avellinese per raggiungere il suo incarico da precaria nel Lazio.

Anna, di Caserta, con una laurea e un dottorato in attivo, attende il ruolo per garantire un futuro migliore ai suoi bambini piccoli.

Giuseppina, laureata e specializzata, con un contratto part time a Pianura, si batte quotidianamente per sé e i propri bambini.

Maria Letizia, avvocato casertano, sorride alla vita nonostante ancora non abbia avuto il ruolo.

Emanuela, di benevento, specializzata e laureata, costretta ad andare a Bologna, spostando famiglia e affetti dopo aver superato il concorso nella propria regione.

Clotilde, in attesa di ruolo, dopo anni e anni di precariato, costretta a trasferirsi a Torino in quanto nella nostra Regione la graduatoria scorre con il contagocce.

Alessia, casertana, madre di una bambina piccola, precaria in una scuola paritaria.

Simona, di avellino,disoccupata nonostante abilitata per essere maestra d’infanzia.

AnnaLisa, di Nola, avvocato, chiede sia dato onore al merito senza dover abbandonare la sua famiglia.

Carmen, di Saviano, madre di due ragazzi adolescenti, si chiede quando arriverà il giorno in cui potrà vedere realizzati i suoi sacrifici.

Daniela, giornalista e archivista, dopo anni di studio, si batte quotidianamente per chiedere alle istituzioni di darci voce, darci merito.

Rosa, Noemi, Anna Rita ,  ragazze coraggiose che ogni anno, aspettano di vedere la luce in fondo al tunnel nonostante tutto.

Romina, da anni si batte per chiedere al Governatore De Luca di portare alla luce della ribalta le nostre richieste.

Santa, casertana, da anni vive da pendolara, andando tutti i giorni a Roma, a portare la propria conoscenza ai bambini con disabilità.

Principia chiede che lo Stato ci riconosca i posti messi a bando, scomparsi magicamente in questi anni perché destinati alla mobilità.

Mariangela chiede: «Abbiamo bisogno di un riconoscimento altrimenti è del tutto inutile che indicono altri concorsi».

Giulia, madre di due bambini, ogni giorno si sposta da Benevento a Napoli per un contratto part time dato dal comune.

LE RICHIESTE

«Chiediamo di unire forte il grido lanciato dal Governatore De Luca Al Ministro Azzolina; chiediamo che la classe politica campana ci tuteli, ci faccia restare qui, come è giusto che sia; i nostri stipendi dobbiamo spenderli qui, nella nostra terra, l’economia deve muoversi qui, dobbiamo sostenere il nostro territorio con il nostro apporto culturale, sociale ed economico. 

Chiediamo che le nostre conoscenze siano messe a disposizione degli alunni nella nostra regione, nei territori in cui ancora è marcata la dispersione scolastica, il rifiuto delle istituzioni; dove c’è carenza, dove c’è necessità di interventi, nelle periferie, nei quartieri a rischio, laddove ancora debole è il senso civico dei cittadini.

CHIEDIAMO, in virtù dei fatti esposti, e dell’emergenza sanitaria in atto, di poter essere inseriti nell’organico scolastico della nostra regione, così come chiesto dal Governatore DE LUCA,  senza dover perdere dignità, affetti, famiglia».

Redazione On Line