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MADDALONI- Lo chiameremo Michele. Un nome oltremodo diffuso. Lui è un immigrato che cerca di rendersi utile. Lo chiamiamo Michele (come tantissimi maddalonesi) perchè ha voglia di integrarsi, a pieno titolo, ma con dignità e spirito di servizio. Così, il nostro Michele, nato in Africa, sta cercando di ritagliarsi uno spazio per vivere ma in modo etico: rendere un servizio socialmente utile in cambio di qualche spicciolo. Con scopa, paletta e sacchi, ha cominciato a pulire tutti gli angoli di via Libertà, Largo Monte vergine, via Mercorio. Diciamo che Michele è uno “spazzino volontario”: raccoglie cartacce, lattine, cicche. E poi strappa via le erbacce che insidiano i già malconci marciapiedi con le loro radici profonde, che chissà da quanti anni non vedono traccia di diserbante. Potrebbe sembrare a prima vista una trovata furba per guadagnare spiccioli. Invece, stiamo monitorando la sua attività e la reazione dei passanti. Visti i problemi di gestione ambientale,e anche di cure ambientali minime il suo volontariato è ben accolto. Anzi, svolte una funzione per certi versi necessaria. Nel suo italiano stentato vorrebbe trovare lavoro e «tenere pulita la città». Rendersi utile per la comunità, ma anche sentire di poterne far parte. E’ la storia di Michele, nato in Africa, che abbiamo raccolto nelle nostre strade che sente l’esigenza di non starsene con le mani in mano ma dare il suo contributo alla comunità che lo ha accolto con affetto. «Sono un volontario, pulisco le strade e in cambio le persone mi aiutano come possono. Mi sento utile in attesa di trovare un lavoro migliore» spiega mentre non smette di raccogliere cartacce. Ringrazia e sorride appena sente il rumore della moneta che tintinna nella ciotola a poca distanza di fianco al cartello che dice: «Pulizia della strada. Un regalo a piacere. Grazie di essere generosi». Un italiano stentato che tradisce lo sforzo di chi cerca di sentirsi parte di una comunità.

Redazione