00 2 min 2 anni

MADDALONI- Stop alla «minimum tax» per le grandi aziende. Continua la caccia ai grandi evasori. E non mancano le sorprese grandi gestori di rete pubbliche, servizi e infrastrutture, pagano da sempre e senza una motivazione, il minimo assoluto «canone unico patrimoniale o di rete», consentito dalla legge, per le occupazioni di suolo e sottosuolo da parte delle infrastrutture per la distribuzione di gas, rete dati, energia elettrica. Enel-Distribuzione, ItalGas, Tim pagano a Maddaloni le medesime cifre spettanti ai comuni al di sotto dei cinque mila abitanti, ammette un pagamento minimo annuo di 800 euro. Il canone unico patrimoniale, per gli erogatori di servizi di pubblica utilità, non è discrezionale ma esce fuori da un calcolo semplice: un euro per ogni singola utenza servita moltiplicato per il numero dei contatti posti in essere.

Vicesindaco Gigi Bove, dall’archivio comunale, emergono altre sorprese. Ci spiega come avete scoperto questo ammanco?

La stima per difetto rileva che esistono almeno 16 mila contratti di fornitura. Ogni singolo gestore dovrebbe pagare almeno il doppio del versato. Il tutto protratto per gli anni precedenti. Non versati centinaia di migliaia di euro. Generalmente, ogni singola utenza vale un euro. Il tutto moltiplicato per le utenze attive (luce, gas, dati e telefonia fissa), sono stati versato meno della metà del dovuto.

Quindi ora che succede?

Verranno chiesti, dati aggiornati alla mano, gli adeguamenti del non versato. E’ quello che è stato fatti con i grandi evasori ovvero per le condizioni di morosità, insolvenza  o pagamenti parziali dell’Imu per importi superiori ai 50 mila euro all’anno. Canoni e aliquote mai aggiornate nel tempo. In molti casi, come ad esempio con Rfi, già si è passati alla fase di adeguamento e riscossione.

Redazione