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MADDALONI- Si può parlare di “Modello Napoli”. E infatti, a Napoli il Pd e il Movimento 5 stelle sosterranno un unico candidato per le prossime amministrative. Avverrà nonostante i rapporti, oltremodo difficili, in consiglio regionale ovvero tra De Luca e i grillini. E proprio per questo è una svolta perché i due partiti possono sperimentare il nuovo asse anche a livello locale. Senza fughe in avanti, si sperimenta un nuovo centrosinistra, un nuovo perimetro della coalizione che include le forze tradizionali e strutturate ma che guarda anche ai movimenti e all’associazionismo. Un percorso politico affrancato dalle solite logiche di cordata, dal nobilato e dai soliti noti. Ma il “Modello Napoli” non vale tanto per Napoli, dove già si ragiona di candidato a sindaco, ma per tutta la regione dove va messa in movimento e in posizione eretta un’area politica o un nuovo campo alternativo alla destra sovranista di Salvini, che ha sempre lavorato contro gli interessi e la tutela dei diritti dei cittadini del sud e di Napoli. Due sono i criteri che si stanno mettendo in campo: primo, stabilizzazione del progetto politico che si richiama innanzitutto, ma non esclusivamente, alle forze politiche che sostenevano il Conte 2; secondo, “lavorare per avere il profilo più alto possibile per governare Napoli, città che ha bisogno di una persona e di una squadra all’altezza di questo compito”.

Modello Napoli applicato anche a Maddaloni

Insomma, alle prossime amministrative non si può prescindere da questi due criteri. Premesso che esperienze analoghe sono state sperimentate, con successo a Pomigliano d’Arco, non si può più perdere tempo per varare il nuovo campo del centrosinistra a Maddaloni. Prima realizzare uno spazio politico. Prima dare spazio ai partiti e ai movimenti. Prima ancora creare un percorso inclusivo con la società civile e solo all’ultimo forse ragionare dei candidati e candidature.

Basta con le lotte tribali e il personalismo

Insomma, l’esatto contrario del disastro clamoroso, causato dalle lotte tribali, dal trasformismo sfrontato e dagli agguati personali che hanno allietato le cronache dell’ultimo quinquennio. Ad onor del vero, la crisi del centrosinistra era cominciata molto prima con la fine del leaderismo assoluto: tramontato, anche per cause non politiche, l’asse Pascarella-Lombardi e consumata la grande fuga, con conversione di massa al centrodestra nel 2010, i caporali di giornata hanno provato a vestire i panni da generale. Si sono impegnati, hanno lottato ma i risultati sono stati disastrosi.

Il ruolo del Pd, del M5S, delle liste civiche e dell’on. Del Monaco

Si riparta dalla politica. Quindi, il Pd (reduce da anni difficili) è chiamato, in qualità di partito strutturato a svolgere un ruolo di riferimento di una nuova stagione politica. Il Movimento Cinque Stelle, alle prese con una tormentata metamorfosi, non può sottrarsi dall’avvio del nuovo corso. L’on. Antonio Del Monaco non può sottrarsi a questo percorso-confronto di discontinuità netta con il passato per dare un contributo essenziale anche nell’individuare persone di alto profilo che possano degnamente rappresentare la città. Come Napoli, anche Maddaloni, ha bisogno di una persona e di una squadra all’altezza del compito. Quindi i criteri da utilizzare debbono essere l’esatto opposto da quelli messi in campo negli ultimi anni. I tronconi del centrosinistra poi, reduci dalle scissioni, sono chiamati ad essere parte del progetto. S ritorni a fare la politica per una nuova storia di Maddaloni con l’obiettivo di far tramontare i protagonisti del disastro, dei candidati buoni per tutte le stagioni, della logica del consenso per il consenso. La politica deve nascere dal territorio e relazionarsi all’esterno e non, come è accaduto negli ultimi anni, essere mansueti esecutori di volontà dei referenti di turno.

Il triumvirato alla guida del Pd: Correa, Giannini, Ventrone

Redazione