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Mentre assistiamo al quotidiano assembramento (altro che misure di sicurezza!) di decine di cittadini che cercano disperatamente di accedere alla sede comunale di Viale Regina Margherita, il comune di Mondragone continua la sua folle corsa verso la privatizzazione. Dopo la presenza di privati nei rifiuti, nei parcheggi, nel cimitero (legittimamente e non)), nel verde, nei tributi, nei servizi sociali (ma questo è solo un elenco parziale …), è ora la volta dei servizi anagrafici. Un privato -sia detto per inciso- che migliora comunque -sempre e soltanto- la propria condizione e non quella dei servizi di cui si occupa. Con una determina dell’apicale del settore, una srl di Piedimonte Matese è stata incaricata per tre mesi di supportare con una risorsa lavorativa gli uffici anagrafici. Stiamo parlando di uffici che trattano dati sensibili, che sono soggetti più di altri alla privacy e alla sicurezza. Non si tratta di verificare la legittimità o meno di questo provvedimento. Ci sarà sempre un’emergenza a giustificare in qualche modo atti simili, a partire dall’emergenza pandemica in atto,giustificativa di ogni porcata amministrativa, anche precedente di anni rispetto al Covid-19. Questo atto evidenzia la totale assenza –in questi quattro anni -di politiche riguardanti il personale comunale e l’organizzazione dell’ente e appalesa l’assenza di programmazione e una endemica incapacità gestionale dell’Amministrazione Pacifico, oltre a gravi inopportunità, ancora più preoccupanti di quelle che l’AMBC aveva manifestato a proposito della presenza di dipendenti di una società privata nella gestione dei tributi.Un’Amministrazione, quella di Pacifico, che è riuscita a sfasciare del tutto gli uffici comunali, in alcuni casi incapaci ormaiad assolvere anche ai più minuti adempimenti. È il caso, per esempio, dei Servizi sociali. Sono riuscitidopo ben quattro mesi di ritardo a pubblicare il 17 marzo la determina dei buoni spesa (i secondi), ma avendo pubblicato inutilmente negli elenchi anche i codici fiscali dei cittadini beneficiari, hanno immediatamente fatto marcia indietro e hanno tolto l’atto dall’albo online del comune. Determina ricomparsa con modifiche (qualche errore) e senza allegati nella tarda mattinata del 19 marzo(che significa, di grazia, “allegati in modalità non visibile”? Ci sono o non ci sono questi allegati alla determina pubblicata? Come fanno ad essere pubblicati online e del tutto non visibili?).Ma un atto firmato e pubblicato se contenente errori o anomalie non deve essere revocato formalmente? Anche per fornire pubblicamente le dovute motivazione (le quali nell’azione pubblica sono sempre dovute). E dov’è questo atto di revoca?Ma si può pensare di far sparire la determina e gli allegati dall’albo senza lasciare traccia e senza doverne rispondere, come se fosse un sito privato dove mettere e togliere a piacimento? E come mai il “confuso(amministrativamente parlando) Sindaco non ha ritenuto– unitamente al suo consigliere abusivamente delegato– di fare un altro comunicatino per dire alla città cosa avevano combinato?  C’è infine da dire che tra l’atto apparso, scomparso e riapparso all’albo online e il comunicatino del comune non vi è corrispondenza. Ma, alla fine della fiera, questi c. di buoni spesa siete in grado di darli o no? E se neppure una iniziativa così routinaria, semplice e banale siete in grado di portare a termine senza fare pasticci, cosa aspettate a togliere il disturbo?

Redazione