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E’ inutile rimpiangere Spalletti e Giuntoli. Hanno preso un’altra strada, ma il calcio continua. Anzi è preferibile chiudere definitivamente con la storica impresa, culminata con lo scudetto e la grande bellezza di un gioco del calcio perfetto in tutti i suoi reparti. Bisogna pensare al presente e stare con i piedi per terra. Vivere con un allenatore a gettone e da tempo commissariato dal Presidente De Laurentiis, non funziona. Come non funzionano le sue idee calcistiche, l’indole da brav’uomoche non batte ciglio anche quando viene mandato a quel paese per una sostituzione o quando non dice una parola sui contattati che il Presidente ha avuto con Conte per sostituirlo. Qualcuno dovrebbe spiegare a Garcia il significato di dignità e a cosa servono le dimissioni. Non sono i risultati a renderlo un allenatore divenuto “‘a pazziella ’n man’ ‘e criature”, come dicono a Napoli, ma altro. Bisogna infatti andare oltre l’analisi dei risultati per mettere fine allo scempio che va in campo in Campionato e nelle partite di Champions. Rimosso Garcia, non dico che tutto si aggiusterà, ma di certo ci saranno cambiamenti che vanno in altre direzioni rispetto a quelle attuali, con impegni seri e da mantenere. Garcia ha le sue colpe, ma non sono solo le sue. E’ mai possibile che i calciatori non riescono a trovare una quadra, dopo aver dimostrato di aver creato una macchina che va avanti anche senza il conducente? Perché i calciatori sembrano quello che non sono? Sono diventati tutti delle pappamolle, per colpa di Garcia? I tifosi sono stanchi e con pazienza affrontano gli alti e bassi di una squadra che non convince e non è più affidabile. Basta sconci che vanno a cancellare le prestazionirecenti e la visibilità di una città e di una squadra che hanno fatto scuola in Italia e in Europa. Tutti sanno che i protagonisti della vittoria di uno scudetto passano all’incasso. Due casi su tutti: Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia. Il primo in attesa di un contratto nuovo o di una cessione, mentre il secondo ha un ingaggio inferiore addirittura a Diego Demme, un fantasma fuori e dentro dal rettangolo di gioco. Gli altri? Su Anguissa e Piotr Zielinski bisogna chiedere a Giuntoli, mentre su Lobotka non trapela niente. E’ certamente nel suo ruolo tra i più forti in Europa.I soldi non puzzano, ma sono l’arma per affossare tutto quello che di buono è stato fatto. A questo punto la parola passa a De Laurentiis, presidente, allenatore e direttore sportivo del Napoli! Gli scudetti costano.

Elio Bove