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MADDALONI- Divano bianco in radica di pelle videosorvegliato. Telecamera con vista sulla discarica. Sembra uno scorcio paesaggistico da carosello. Invece, accade in via Rapillo. Due giovani invece sono stati “video beccati” in via Pintime, solo che non sono chiari i volti e mancano elementi identificativi. Si fa presto a dire videosorveglianza: è molto glamour, va di moda e da’ adito ad esprimere giudizi anche a chi di ambiente non sa o non ha mai voluto sapere niente. Non per spegnere i facili entusiasmi ma lungo la strada interna, che congiunge Montedecore a Maddaloni, si sta tentando il contrasto con le nuove tecnologie. Ad inaugurare il nuovo fronte fu l’ex assessore all’ambiente Clemente Valentino che volle prima fortissimanmente la bonifica (anche con l’utilizzo del personale dell’Astir), poi l’impianto e poi si battè affinché entrasse a regime e non funzionasse a singhiozzo. E’ stato facile profeta: senza un controllo diretto sul territorio e degli impianti la videosorveglianza è solo una finzione e non funziona. Come continua ad accadere in via Rapillo dove si sversa. E oggi, come continua ad accadere in località Olmo Cupo, località Sagliano, lungo le pertinenze di via Calabricito. Quando abbiamo documentato l’ultimo grande sversamento anche il trans in servizio ci ha detto: “E’ una vergogna nessuno fa niente. Tutti controllano, tutti fotografano e nessuno pulisce”. Ha ragione chi conosce molto bene il territorio e le abitudini di chi ci vive. Senza un’azione di contrasto diretto, visivo e permanente nulla potrà mai cambiare. Nemmeno un sindaco, dotato di poteri soprannaturali, potrebbe sradicare l’abitudine a delinquere (perché stiamo parlando di ecoreati) coperta da una spessa coltre di omertà e di una lunga e consolidata impunità.

bocchetti