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MADDALONI- E questa volta, la sentenza del Giudice di Pace di Maddaloni è di quelle pesanti. Se fosse un incontro di boxe, il comune e la Sogert rischiano di andare al tappeto dopo aver incassato prima incassato un colpo di incontro (sospensione delle notifiche) e ora un gancio pesante. E’ corretto parlare di sentenza «ammazza riscossioni coattive». Dopo l’annullamento degli atti ingiuntivi illegittimi (notificati nonostante la sospensione imposta dal decreto mille proroghe), ora un nuovo pronunciamento annulla pure le notifiche di pagamento e ingiunzioni di lungo corso affette da prescrizione di fatto e prive del corredo di atti che ne definiscano un titolo giudiziario definitivo. E’ un colpo densissimo di ricadute: tutti gli atti prodotti dall’ex Iap, oggi ereditati dall’attuale società di riscossione Sogert, non solo sono spesso incompleti, privi di documentazione ma godono di un «termine di prescrizione breve rispetto a quello ordinario decennale (ex art. 2953 c.c.)». In pratica, le azioni che fanno riferimento a generiche informazioni non sono atti che possono produrre pretese di riscossione soprattutto per l’ex Ici e all’ex Ici e alla Tari dal 2005 al 2008.  Il fatto nuovo che non farà più dormire sonni tranquilli al comune e società di riscossione è che è arrivata la condanna (per la Sogert) al pagamento delle spese oltre all’annullamento dell’intimazione di pagamento. E ora la società, per evitare di soccombere ed  essere chiamata ad affrontare le spese, potrebbe chiamare in giudizio l’ente locale. Ma coloro che hanno pagato atti giudicati non esigibili potrebbero chiedere il rimborso delle somme versate? Il fatto veramente nuovo, che scardina tutti gli scudi protettivi, è la lunga trattazione giuridica che, richiamandosi alle indicazioni della Cassazione e del Consiglio di Stato, rilevano le competenze della magistratura di prossimità nelle controversie sugli di riscossione coattiva. Tanto premesso potrebbe arrivare una valanga di ricorsi.

Redazione