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MADDALONI- Vivere e convivere dentro e in una nuvola di polveri. Ritorna il problema della caduta al suolo delle polveri sottili calcaree che imbiancano strade, tetti, balconi e auto sull’intero abitato di Maddaloni Superiore, via Ponte Carolino, via San Salvatore, Formali. E riparte la mobilitazione contro le ricadute sul territorio, e soprattutto sulle aree residenziali, delle polveri prodotte dalla lavorazione degli inerti calcarei utilizzati e movimentati nello scavo del tunnel base ferroviario di Monte Aglio (4049 metri), opera necessaria per la costruzione dei nuovi binari (tra Maddaloni e Valle di Maddaloni) della Bari-Napoli. Non è piacevole convivere con un cantiere altamente impattante.  Archiviata la questione dei microsismi, dei rumori e dei boati collegati all’utilizzo di esplosivi (anche grazie al posizionamento di sismografi e grazie alle comunicazioni sonore alla popolazione) resta irrisolta la questione della caduta al suolo dei prodotti liberati dalla tritovagliatura meccanica delle rocce calcaree. E adesso si riparte dall’esposto presentato al Genio civile e al Comune, raccolto dal Comando della Polizia Municipale e dall’assessorato all’ecologia. Dopo il summit, tra l’assessore all’ambiente Salvatore Liccardo e l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe D’Alessandro con l’ing. Galasso (responsabile dei lavori del tunnel base) sull’«applicazione e revisione del piano di mitigazione dei rischi collegati alle polveri e ai rumori», il problema è la valutazione dei dati restituiti dalle tre centraline di monitoraggio scelte per verificare il fenomeno. Ma adesso, visto l’incidenza delle coltri che imbiancano etti e balconi si proceda al controllo dei dati. Sia fatta una lettura retroattiva dei dati che coprano un periodo temporale significativo che dia l’esatta dimensione e del fenomeno degli sforamenti». Non è la solita denuncia contro i cantieri: le opere vanno fatte e la Bari-Napoli non deve fermarsi. «Sia l’impatto ambientale e l’effetto sulle vite delle persone –insistono gli ambientalisti- più sostenibili, più mitigati con una gestione condivisa con la popolazione».

Redazione